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05/09/2016 06:30:00

Pubblicità e dignità delle donne. I cartelloni osè a Marsala? Non ci sono più. Ecco perchè

Un B&B e un agriturismo, un hotel e una sala trattenimenti, sono queste le attività economiche pubblicizzate dai cartelloni installati lungo la strada provinciale che fiancheggia l’aeroporto militare di Birgi e lungo la statale 115 che porta da Marsala a Mazara. Non c’è più, invece, la Tekna, l’azienda che si occupa di impianti di videosorveglianza. Qualche giorno fa ci siamo accorti che tra quei cartelli pubblicitari ne mancavano due che conosciamo bene. Sono i “famosi” ed osceni cartelloni che mettevano in bella mostra un seno prosperoso per attirare l’attenzione degli automobilisti, facendo un uso improprio del corpo della donna. Dopo tre anni, una campagna stampa della nostra redazione, diversi convegni e le segnalazioni fatte assieme alla sezione di Trapani dell’associazione “Unione Donne Italiane” e al gruppo Facebook “La pubblicità sessista offende tutti”, come spesso accade in questi casi non è successo nulla e i cartelloni sono rimasti al loro posto fino al mese scorso, quando sono stati tolti, non per effetto delle proteste o dell’intervento degli organi competenti, ma semplicemente perché è scaduto il contratto di tre anni stipulato dalla ditta. Con le segnalazioni girate allo IAP, l’Istituto di autodisciplina della pubblicità, aveva contattato la società inserzionista “evidenziando l’uso improprio del corpo della donna nella comunicazione in oggetto, in quanto svilente della dignità della persona”. L’azienda, “pur non condividendo i rilievi sollevati, aveva manifestato l’intenzione di non diffondere ulteriormente il messaggio”, ma i cartelloni non si sono mossi di un millimetro in questi anni.

Insomma, l’Istituto non ha fatto tutta la sua parte; in altri casi ha agito in maniera più decisa e ha anche ottenuto risultati concreti. In tutta questa vicenda poi, ne esce malissimo il mondo politico locale. Le amministrazioni comunali interessate, quella di Trapani, guidata dal sindaco Damiano e quella di Marsala, si sono dimostrate incapaci di far sentire la propria voce e di intraprendere e portare avanti un’azione forte. Ai tempi dell’installazione Marsala era guidata da un sindaco donna, Giulia Adamo, e aveva in seno alla giunta una componente femminile predominante ma questo non è servito un granché. Molti amministratori e consiglieri comunali sconoscevano l’esistenza dei cartelli, e quando ne sono venuti a conoscenza, hanno fatto ben poco. La stessa cosa vale per l’attuale amministrazione Di Girolamo, che in un anno di tempo non è riuscita a far togliere quella pubblicità offensiva per tutte le donne. Per avere certezza sul perché i cartelli siano spariti dalle strade, abbiamo contattato telefonicamente il signor Franco Rao, titolare della ditta Tekna che ha commissionato la pubblicità. Ci ha confermato che i cartelloni sono stati tolti circa un mese fa, solo perché si è arrivati alla naturale scadenza del contratto della durata di tre anni e perché l’azienda ha deciso di investire in pubblicità, in altri luoghi e in altri modi. Rao ci ha confessato che lui e la sua azienda si sono sentiti, addirittura, "le vittime" di questa vicenda; di avere subito danni da una continua strumentalizzazione da parte di chi ha voluto fare “polemiche inutili”, per colpire una piccola azienda, fatta di umili lavoratori, cosa che invece, non riguarda le grandi imprese che non sono minimamente toccate da questi episodi.
Siamo fermamente convinti che un messaggio pubblicitario debba attenersi a delle regole e non possa basarsi, come nel caso della pubblicità della Tekna, solo sull’attrazione del corpo femminile. Questa non è vera pubblicità, ma significa fare della donna un oggetto, un mezzo come un altro per ottenere un vantaggio economico. E', come abbiamo detto, la mercificazione del corpo femminile. Sulla scomparsa dei cartelloni Teckna abbiamo ascoltato la rappresentante dell’Unione Donne Italiane di Trapani, Valentina Colli:

"Apprendiamo che la pubblicità della Tekna, che in più occasioni abbiamo definito offensiva per il corpo della donna, è stata rimossa. Ci sarebbe piaciuto che, come più volte in questi anni richiesto, fosse intervenuto lo Iap per il ritiro. Oppure l'amministrazione comunale di Trapani, per la pertinenza territoriale sul luogo in cui insisteva. Invece, apprendiamo che è stata rimossa per scadenza della concessione. Apprendiamo anche del commento seccato del titolare dell'azienda, che si è sentito "minacciato" dalle pressioni ricevute. A lui vorremmo ricordare che le donne vengono minacciate quotidianamente dalla subcultura che pubblicità come la sua diffondono. In questo caso, per noi non è una vittoria, ma anzi un fallimento politico che l'amministrazione competente dovrebbe registrare sulle azioni a favore delle Pari Opportunità e in prevenzione della violenza sulle donne. Oggi, ancora una volta, chiediamo alle amministrazioni Comunali ed in particolare al Sindaco di Trapani ed alla sua Giunta di approvare la delibera Città Libera, affinchè pubblicità come queste non vengano mai più esposte nel nostro territorio"
 



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