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22/07/2016 06:20:00

Come funziona la truffa all'Inps dei falsi braccianti agricoli

Qualcosa non quadrava negli ultimi tempi nei conti dell’INPS. Da quei conti e dalle erogazioni delle indennità di disoccupazione emesse dall’istituto di previdenza sociale in favore dei disoccupati, si è intuito che c’era un improvviso e temporaneo aumento dell’occupazione nel comparto agricolo in Sicilia, e la cosa che dava più sospetto è che questa era concentrata in determinati territori dell’isola. Da quel quadro poco chiaro è partita l’ultima inchiesta, denominata “Eldorado”, condotta dalla Procura della Repubblica di Enna, che ha visto indagare a stretto contatto Carabinieri e Guardia di Finanza in collaborazione con la direzione regionale dell’Inps, e ha permesso di portare alla luce un sistema ben collaudato di truffe allo Stato. Erano 378 i falsi braccianti agricoli assunti da due imprenditori agricoli di Barrafranca, Filippo e Giuseppe Bilardo, che  con l'aiuto di un commercialista, Giuseppe Tambè, e la connivenza di un medico del servizio di Igiene pubblica dell'Asp di Enna, Giuseppe Lo Monaco, hanno messo in piedi il raggiro.

Le indagini riguardano in totale circa 500 falsi braccianti, assunti solo sulla carta, per ricevere regolarmente l’indennità di disoccupazione di circa 5000 euro e restituire al finto datore di lavoro una cifra dagli 800 ai 1600 euro. Un sistema di frode ben congegnato nei minimi particolari che ha permesso di mettere a segno in poco più di 5 anni una truffa all’INPS da 3 milioni e 600 mila euro. “Eldorado” è solo l’ultima di una lunga serie di indagini in Sicilia che hanno scoperto e denunciato tra il 2015 e il 2016 ben 18 mila rapporti di lavoro irregolari di cui la maggior parte in agricoltura con 9 mila casi denunciati. Numeri desolanti che purtroppo fanno della Sicilia una tra le prime regioni che più truffano l’Inps assieme a Puglia e Campania, le regioni più agricole del sud Italia. Truffe che hanno recato un danno economico stimato nell’ultimo anno e mezzo in almeno 100 milioni di euro tra contributi illecitamente percepiti e quelli evasi.

Di recente in Sicilia c’erano state altre operazioni da parte delle forze dell’ordine volte a scoprire la piaga delle truffe all’Inps. A maggio una ad Augusta con 400 finte assunzioni e l’altra nel Comune di Tortorici, sui Nebrodi, con la denuncia, stavolta, di 65 persone. Altra grande operazione della Guardia di Finanza ha interessato il Comune di Adrano, con la denuncia che ha coinvolto 400 persone messe in “regola” da un’azienda impegnata nella raccolta delle arance. Gli inquirenti hanno accertato anche in questo caso le false assunzioni di 200 braccianti in media per stagione che, invece, non avrebbero mai messo piede sul posto di lavoro, contro una documentazione dichiarata che attestava all’Inps 16.500 giornate lavorative in un anno e per un totale di circa 630.000 euro di indennità indebitamente erogate. Ed ancora, lo scorso giugno a Catania, 377 finti braccianti denunciati che hanno recato un danno all’erario di 2,4 milioni di euro.

Ma come avveniva la truffa che per anni ha permesso di raggirare i funzionari dell’Inps. Come detto il sistema era ben studiato e permetteva di massimizzare gli importi da richiedere all’ente previdenziale. I datori di lavoro, ideatori della truffa, sapevano perfettamente come dividere con precisione le giornate in cui far risultare assunti i lavoratori, con quelle in cui segnalare la malattia a fronte delle giornate di lavoro, prestato, solo sulla carta, godendo illecitamente di ulteriori benefici economici. Dichiaravano all’Inps un numero di giornate lavorative tra 101 e 182, per poter ottenere il maggior numero di giornate indennizzabili ai fini della disoccupazione agricola. Datori di lavoro e braccianti riuscivano a garantirsi l’indennità di malattia e gli assegni per nucleo familiare in misura intera, ottenendo il massimo e ingiusto profitto possibile in quanto le giornate di malattia hanno un indennizzo più elevato rispetto alle normali giornate di disoccupazione agricola. Gli indagati sono accusati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falso e per aver indotto l’Inps al pagamento di indennità per malattia e disoccupazione a fronte di rapporti di lavoro fittizi.  



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