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23/06/2016 06:30:00

Caso Mirarchi, l'arresto di Girgenti: "E' uno degli assassini, crimine efferato"

15,10 - E' ancora in isolamento e non ha potuto parlre con il suo legale Nicolò Girgenti, il 45enne marsalese accusato di essere uno degli assassini del maresciallo Silvio Mirarchi, avvenuto a Marsala lo scorso 31 Maggio. Girgenti è stato arrestato ieri. L'interrogatorio di garanzia, alla presenza del suo avvocato, è fissato per domani mattina alle 10. Le indiscrezioni in ambito investigativo confermano comunque quanto già detto stamattina in conferenza stampa: siamo solo all'inizio di una vicenda complicata e lunga, dato che Girgenti era sicuramente almeno con un'altra persona, e i colpi che hanno ferito mortalmente Mirarchi venivano da due pistole diverse. 

11,10 - I carabinieri di Marsala in questo ultimo periodo stanno combattendo una guerra senza sosta contro i coltivatori di droga. E' stato ricordato in conferenza stampa che i sequestri nell'ultimo mese sono stati decine, grazie anche all'aiuto dei Cacciatori di Calabria, nucleo essenziale in un territorio impervio come la provincia di Trapani. Ma quali sono stati gli arresti e i sequestri? Ecco una sintesi:

 

  • Mazara del Vallo. Arresto di SIGNORELLO Vito e SIGNORELLO Giuseppe – sequestro di 9000 piante marijuana e Kg. 33 dello stesso stupefacente (16 maggio 2016);

 

  • Castelvetrano. Arresto di TORTORICI Pietro e LANZA Alessia – sequestro di 23 piante marijuana e gr. 600 dello stesso stupefacente, nonché gr. 30 di hashish (27 maggio 2016);

 

  • Marsala. Arresto di D’ARRIGO Francesco – sequestro di 6000 piante marijuana (01 giugno 2016);

 

  • Marsala/Petrosino. Arresto di MARCHESE Vincenzo e CIUBOTARU Gabriel – sequestro di gr. 138 marijuana (10 giugno 2016);

 

  • Petrosino. Arresto di MARINO Vincenzo Salvatore – sequestro di 1448 piante marijuana (14 giugno 2016);

 

  • Castellamare del Golfo. Arresto di TURANO Michelangelo – sequestro di gr. 500 hashish e gr. 150 cocaina (16 giugno 2016);

 

  • Marsala. Arresto di TITONE Nicolò – sequestro di 125 piante marijuana (18 giugno 2016);

 

  • Petrosino. Arresto di PARISI Vito Salvatore – sequestro di gr. 90 marijuana (19 giugno 2016);

 

  • Petrosino. Arresto di TUMBARELLO Giacomo – sequestro di 26 piante marijuana e gr. 578 dello stesso stupefacente (20 giugno 2016).

10,20 - Federico Minicucci, comandante del N.O.R.M. di Marsala:"Abbiamo sviluppato un'attività intensa di controllo del territorio, con il nucleo in elicottero di Palermo e i cacciatori di Calabria. Abbiamo trovato 17.000 piante di cannabis, nonché tantissma marijuana già essicata. Finora abbiamo arrestato dieci persone. L'apporto dei Cacciatori di Calabria è stato fondamentale, perché la nostra provincia è grande, piena di terreni difficilmente scandagliabili, e le risposte alla loro azione sono state importanti e numerose". Giusto stamattina è stata trovata un'altra piantagione. Ma c'è un'organizzazione criminale dietro queste coltivazioni a Marsala e in provincia? "I numeri enormi - dice Pantaleo - è indicativo di una potenziale destinazione della droga su altri mercati, con il coinvolgimento di diverse persone. Su questo ci sono specifiche attività investigative che speriamodi sviluppare in modo più proficuo".  Termina qui la conferenza stampa sull'arresto di Girgent:. "Speriamo di rivederci presto per altri sviluppi" dice Pantaleo. 

 

10,15 - Dagli altri riscontri i carabinieri hanno capito che Girgenti voleva scappare da Marsala. E sono scattate le manette. Girgenti era un socio "infedele" di D'Arrigo. Quest'ultimo era di Partinico, e quindi la sera andava via presto per tornare a casa. "Riteniamo - dice Merola - che Girgenti collaborasse con D'Arrigo nella piantagione, ma poi di notte agiva per conto suo. Frequentava quelle serre: abbiamo trovato anche un mozzicone di sigarette suo a terra. E quella sera stava rubando le piante al suo socio". Ecco spiegato anche perché fosse armato. 

10,10 - "Tutto l'alibi di Girgenti non reggeva - aggiunge Merola - e alla fine il Ris di Messina ha trovato diverse particelle di polvere da sparo su vestiti e sulla pelle, dandoci la prova regina: Girgenti ha partecipato alla sparatoria di quella sera e ha utilizzato armi. Fondamentale è stato il riscontro del "nichel", che non è presente in tutti i bossoli, ma solo nei bossoli "nichelati", che sono stati trovati sul luogo dell'omicidio Mirarchi. Quindi per noi è uno di coloro che ha partecipato alla sparatoria. Ci sono state anche intercettazioni, ovviamente. Da lì abbiamo capito che Girgenti era socio di D'Arrigo, perchè si rammaricava che aveva investito tanto in quelle serre, e poi l'investimento era fallito per i fatti di cronaca. Questo era il rammarico di Girgenti, non una parola di Girgenti, intercettato, è stata spesa per rammaricarsi della morte di un carabiniere..."

 

 

10,05 - Ma cosa è successo quella sera? Mirarchi ed un collega, l'appuntato Cammarata, stavano svolgendo in orario notturno un servizio di polizia giudiziaria, in un'altra zona. Hanno visto da lontano delle luci nelle serre, e si sono avvicinati per capire cosa succedeva. Si sono avvicinati, hanno sentito parlare in dialetto siciliano, hanno acceso le torce in dotazione, hanno intimato l'alt, qualificandosi come carabinieri, e da lì è partito il fuoco, che ha colpito mortalmente Mirarchi. "Le indagini sono partite subito - dice Russo - e sul territorio abbiamo trovato alcuni elementi che ci hanno fatto comprendere la situazione: i bossoli, delle fasce di canapa indiana che stavano per essere rubate. Abbiamo individuato la serra, e in più c'era un buco nella rete di recinzione. Abbiamo quindi arrestato il responsabile della coltivazione, D'Arrigo, per capire di quali elementi fosse a conoscenza. E da lì si è evoluta l'attività che poi ha portato all'arresto di Girgenti". Antonio Merola, maggiore, coordinatore del Nucleo Investigativo dei Carabinieri: "Girgenti era il gestore della serra fino a Marzo, poi l'aveva passata a D'Arrigo. Quindi lì era di casa, e sapeva cosa ci fosse nelle serre. Sentito immediatamente, Girgenti ci diceva che era rimasto a casa e si era addormentato presto. Abbiamo fatto da subito lo stub, il tampone sulla pelle e sui vestiti, per riscontrare la polvere da sparo". 

10,00 - Parla Anna Sessa, sostituto procuratore di Marsala che ha seguito le indagini: "Ringrazio tutti per la grandissima professionalità. L'interesse nostro era di giungere subito all'identificazione dei soggetti. In questa prima fase di indagine è stato fondamentale l'apporto dei Ris di Messina. Sono state  utilizzate una semiautomatica (in dotazione alle forze dell'ordine) e una calibro 38, pistole di una certa potenza, che sono state utilizzate a distanza". Girgenti, al momento in carcere, non ha fatto alcuna dichiarazione. E' in attesa dell'interrogatorio di garanzia. Il Colonnello Stefano Fernando Russo, comandante provinciale dei Carabinieri rivolge un pensiero alla famiglia Mirarchi, ringrazia la Procura di Marsala "per il coordinamento efficace delle operazioni" e tutti i suoi uomini: "I Carabinieri non si risparmieranno fin quando non sarà chiusa la vicenda. Tutta l'Arma si è impegnata in questo caso, non solo i Ris di Messina, ma anche i colleghi del gruppo di supporto speciale, e i Cacciatori di Calabria, giunti subito sul posto per darci una mano ad intensificare il controllo del territorio e mantenere una presa sulla zona tale che ci potesse consentire anche dei ritorni nel sequestro di piantagioni di cannabis". 

09,55 - Pantaleo conferma che Girgenti era già uno dei sospettati già dopo il delitto, e il suo alibi è stato smontato punto per punto, accertando non solo la sua presenza in zona, ma la sua partecipazione quale esecutore materiale dell'atto. "Era lì per rubare alcune piante al suo socio - ha detto Pantaleo - i carabinieri sono intervenuti, allarmati per i movimento e i rumori. L'appuntato Cammarata ha gridato: Carabinieri! E sono partiti i colpi verso Mirarchi. Perché, non lo sappiamo, ma la volontà omicida è stata univoca. Riteniamo che ci fossero altre persone, anche perché sono state utilizzate due armi di carattere diverso, e poi è stata sentita dai militari anche un'altra frase, di un'altra persona" .

09,50 - Parla il nuovo Procuratore di Marsala, Pantaleo: "L'indagine è stata condotta con un grande coinvolgimento emotivo e con grande professionalità. Girgenti è uno degli assassini di Mirarchi. E non posso che ringraziare l'Arma per il risultato raggiunto e da Procuratore di Marsala sono orgoglioso della qualità investigativa della polizia giudiziaria di Marsala. Si tratta di un primo risultato, conseguito nella quasi immediatezza dei fatti. Ne attendiamo altri, e lavoreremo tutti affinché ci sia risposta piena contro un crimine vigliacco efferato, una violenza gratuita". 

09,35 - Girgenti è stato da subito uno dei principali sospettati dell'omicidio di Mirarchi. Era infatti sin dal mese di Marzo il gestore delle serre e il presidente di una società cooperativa a cui le stesse serre di marijuana erano state concesse in affitto. La gestione era stata poi ceduta da Girgenti a D'Arrigo. Interrogato subito dopo l'omicidio, Girgenti ha fornito un alibi non veritiero: diceva di essere rimasto a casa e di essersi addormentato intorno alle 22, quando in realtà l'analisi dei suoi tabulati telefonici ha dimostrato che era sveglio, e che la sua cella telefonica agganciava la cella compatibile con il luogo dell'omicidio. Inoltre la sua vettura è stata ripresa fortuitamente da alcune telecamere a circuito chiuso sulla strada, mentre si allontanava dal luogo dell'omicidio, proprio nei minuti successivi all'esplosione dei colpi di pistola. 

09,20 - E' stata anche la prova dello Stub ad incastrare Girgenti. Si tratta del tampone utile per la rilevazione delle tracce di polvere da sparo. Il Ris di Messina ha sottoposto Girgenti allo Stub e ha trovato tracce di polvere da sparo negli indumenti che gli sono stati sequestrati prima che riuscisse a lavarli. Altro particolare: Girgenti era socio "infedele", così dicono gli investigatori di D'Arrigo. Nel senso che i due coltivavano insieme quella serra di marijuana, ma Girgenti, di notte trafugava con dei complici le piante per rivendersele. E così stava facendo quella tragica sera quando intorno alle 22 e 30 è stato sorpreso da Mirarchi, in servizio di pattugliamento in borghese nella zona. Mirarchi era con un collega carabiniere, rimasto illeso, e la cui testimoniana si è rivelata fondamentale per ricostruire il contesto dell'omicidio. 

08,00 - Gli investigatori ritengono di avere prove schiaccianti contro Nicolò Girgenti. "E' lui - dicono alcuni di loro alla redazione di Tp24.it - l'uomo che ha sparato a Mirarchi. Infatti da qualche giorno sentiva il nostro fiato sul collo e aveva programmato una fuga. E' per per questo che è stato arrestato: voleva scappare via". Girgenti era coinvolto nella gestione della serra da nove mila piante di cannabis sequestrata dai carabinieri di Marsala.  Il suo arresto fuga ogni sospetto su rumeni o tunisini, spesso utilizzati dalla criminalità locale nella sorveglianza delle serre, e al centro di altri crimini collegati alla droga nel marsalese. Altro particolare: non c'è al momento dimostrato alcun legame con Cosa nostra. Ad agire, come abbiamo più volte detto, sono piccole associazioni criminali, nuove, che hanno preso il posto che magari una volta era controllato dalle famiglie mafiose. 

07,00 - Svolta decisiva nell'indagine sull'omicidio del Maresciallo Silvio Mirarchi, avvenuto a Marsala il 31 maggio scorso nella zona di Ventrischi, a Marsala. 

Nicolò Girgenti, 45 anni, un vivaista e bracciante marsalese è stato arrestato con l’accusa di aver commesso l'omicidio. . «Avevamo detto che lo avremmo preso prestissimo e così è stato» ha dichiarato il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Mirarchi venne freddato a Marsala il 31 maggio scorso nel corso di un servizio di pattugliamento in Contrada Ventrischi. «Questo non lenisce il dolore, ma conferma che allo Stato non si sfugge».

Il pool d’investigatori dopo avere messo sotto torchio il proprietario di un podere con seimila piante di canapa, Francesco D’Arrigo di 54 anni, arrestato qualche giorno dopo l’omicidio, hanno ristretto il cerchio dei sospettati, arrivando al presunto omicida. Il provvedimento cautelare in carcere è stato emesso dal gip del Tribunale di Marsala. L’arresto è stato eseguito dai carabinieri del comando provinciale di Trapani, che hanno lavorato assieme ai militari del Ros e agli specialisti dello squadrone eliportato cacciatori di Calabria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Marsala. Le indagini sono state condotte con il supporto del Ris di Messina.
In attesa di sviluppi la famiglia Mirarchi. «È totalmente vicina all’Arma dei carabinieri, con cui ha un rapporto speciale e con cui continua a intrattenere rapporti di estrema fiducia» dice l’avvocato dei familiari, Giacomo Frazzitta. «La giustizia non potrà ridare la vita al maresciallo Mirarchi, ma potrà fare luce sulla vicenda - aggiunge - I familiari sono in attesa di conoscere i dettagli dell’indagine e si congratulano con il Comando provinciale dei carabinieri e il procuratore Vincenzo Pantaleo».

 Nicolò Girgenti, vivaista e bracciante agricolo, classe '71, è  un conoscente della famiglia Abate, proprietaria della serra scoperta la notte dell'omicidio, ed è anche abbastanza conosciuto nella zona di Ventrischi e Santo Padre dove è avvenuto l'omicidio. Girgenti sarebbe infatti coinvolto nella gestione e nella conduzione dei terreni e delle serre dove è avvenuta la sparatoria.

I dettagli dell' indagine che ha portato all'arresto dell'uomo verranno resi noti oggi nel corso di una conferenza stampa, alle 9.30, presso il Comando Provinciale dei Carabinieri, a Trapani. L'arresto è avvenuto grazie al lavoro dei carabinieri del Comando Provinciale di Trapani, dei militari del ROS e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Marsala e con il supporto del RIS di Messina.

Girgenti ha avuto in passato anche una relazione con la figlia di Abate, del quale - secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione - è stato socio in una piccola azienda oggi fallita. Girgenti è difeso dall'avvocato di fiducia Vincenzo Forti del foro di Marsala che si dichiara "meravigliato" dell'arresto del suo assistito in relazione alle indagini sul caso Mirarchi: "Sono certo che saprà dimostrare la sua totale estraneità a questa triste vicenda di cronaca".

Mirarchi, 53 anni, era vice comandante della piccola stazione di Ciavolo, a Marsala. Di origini calabresi, il maresciallo, viveva a Marsala da molti anni, assieme alla famiglia. Per il suo omicidio,  si sono svolti a Marsala i funerali solenni, con la presenza di molte autorità, dal Comandante Generale dell’Arma, Tullio Del Sette, al Ministro dell’Interno, Angelino Alfano.

Il maresciallo Mirarchi e un collega erano impegnati in un servizio di osservazione la sera del 31 maggio scorso. Notando la presenza di più persone che al buio si comportavano in maniera sospetta, decidevano di avvicinarsi per verificare cosa stessero facendo. Secondo la ricostruzione della Procura di Marsala i due militari “giunti a circa 60 metri dai soggetti, accendevano le torce in dotazione e si qualificavano come Carabinieri, provocando una repentina reazione a fuoco che determinava prima il ferimento e poi la morte del Maresciallo Mirarchi. Ulteriori dati investigativi raccolti consentono di delineare il coinvolgimento nella vicenda di un gruppo organizzato di criminali, i quali erano intenti ad asportare la canapa afgana coltivata all’interno di alcune serre di contrada Ventrischi di Marsala e che, vistisi scoperti, non hanno esitato a reagire con le armi”,.

Il giorno dopo l’agguato i Carabinieri del comando provinciale hanno arrestato Francesco D’Arrigo, di Partinico, indicato come gestore della serra in cui venivano coltivate sei mila piante di marijuana. I carabinieri la sera prima hanno convocato in caserma il proprietario delle serre, Giovanni Abate. Poi sono scattate le manette a D’Arrigo. Adesso è scattato l'arresto di Girgenti e oggi, in una conferenza stampa presso il Comando dei Carabinieri a Trapani verranno resi noti i dettagli dell'operazione. 



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