Nella qualità di presidente pro tempore della Loggia Hypsas, aderente al G.O.D.F., sono sorpreso (ma non molto) dalla superficialità degli articoli pubblicati su “TP24.it".
In particolare non riesco a comprendere la pochezza culturale e il grave difetto di giudizio che viene palesato, ed ancor di più la mala fede nel volere accostare alla mafia e al malaffare, una istituzione (quella massonica appunto) che chi scrive gli articoli prima citati non solo non conosce, ma non ha speso nemmeno un minuto del suo tempo per informarsi meglio e parlare perlomeno con cognizione di causa.
Qualunque uomo di senno, dotato di senso civico ed onestà intellettuale, è perfettamente consapevole che la “mafia” è una zavorra pesantissima per lo sviluppo economico e sociale del nostro territorio, oltre a rappresentare un gravissimo fenomeno criminale e criminogeno con le ovvie conseguenziali ricadute negative sulla nostra società, e dunque è da condannare senza appello.
Meno noto è invece, evidentemente, l’intento della Massoneria (riferendomi alla vera Massoneria) e la sua posizione nei confronti della Mafia, così come nei confronti di qualsiasi altra organizzazione criminale; non è lo spazio dove potere approfondire questo tema, che peraltro interesserà molto poco chi adopera metodi giornalistici spiccioli e superficiali e il cui vero intento è quello di “fare notizia” ad ogni costo, ma posso affermare, senza timore di essere smentito, che la Massoneria è esattamente agli antipodi!
Altra questione è invece la cosiddetta “massoneria coperta”, che non ha nulla a che vedere con la Massoneria, trattandosi invece, quasi sempre, di vere e proprie organizzazioni a delinquere “mascherate” da sedicenti organizzazioni massoniche indefinite e indefinibili.
Ma negli articoli citati si parla delle Logge massoniche “regolari” e regolarmente denunciate alle autorità giudiziarie, con la chiara volontà di creare confusione senza fare alcuna distinzione con le “associazioni segrete”, esplicitando il pregiudizio di chi scrive nei confronti della Massoneria.
Certamente nessuno può escludere che anche in una organizzazione, quale quella massonica, dove l’etica individuale e sociale è la sua base costitutiva, vi possano essere elementi che deviino dal loro percorso muratorio tradendo le rigide regole morali, ma in questo caso in un contesto massonico regolare tali comportamenti vengono sanzionati, fino all’espulsione, cosa che probabilmente non accade in contesti diversi; in ogni caso qualsiasi cittadino della Repubblica, quando infrange la legge, deve risponderne secondo il principio di responsabilità e deve essere giudicato con equità attraverso le leggi vigenti.
Altra cosa è fare informazione esprimendo sospetti e pregiudizi su questioni peraltro ignorate e, soprattutto, tentando di denigrare personaggi pubblici, che invece sono fieri della loro appartenenza massonica, la cui etica è riversata nella loro attività amministrativa; sarebbe opportuno fare dei rilievi, se ve ne sono, sull’attività politica e amministrativa di tali persone, piuttosto che assimilarli a contesti malavitosi e corruttivi totalmente fuori da ogni logica massonica, diversamente viene da pensare che vi sia una finalità di strumentalizzazione politica, sport largamente diffuso nella nostra penisola.
Vorrei ricordare, peraltro, che l’articolo 18 della Costituzione della Repubblica Italiana sancisce la “LIBERTA’ DI ASSOCIAZIONE”, che è un diritto di ogni paese civile e democratico, per cui le frasi che si leggono nell’articolo citato, quali “l’abitudine di essere massoni” nel titolo, o “in provincia di Trapani non tramonta mai l’antico compasso” in chiusura, rivela una mentalità orientata verso uno Stato di polizia (piuttosto che ad uno Stato di Diritto, nel quale viviamo) e una malcelata ignoranza sull’argomento, senza volere offendere nessuno perché tutti siamo più o meno ignoranti su temi diversi, ma per chi fa informazione e scrive articoli sulla Massoneria, sarebbe opportuno che ne conoscesse la storia, per comprendere che questa coincide, da sempre, con il progresso civile.
Per quanto riguarda l’Obbedienza del G.O.D.F. non occorre alcuna difesa d’ufficio, perché la sua storia plurisecolare e il suo prestigio, legato alla promozione dei valori fondamentali delle Istituzioni democratiche e repubblicane, sono ben noti (e in ogni caso non è difficile acquisire le notizie necessarie).
Nella sostanza, pur rispettando il pensiero di coloro che dimostrano antipatia per l’Istituzione Massonica e non ne condividono finalità e metodi (che sarebbe bene conoscere per potere esprimere un giudizio di merito), riteniamo inaccettabile, da parte di chi ha la responsabilità di “informare”, che si esprimano sospetti e accuse velate di “malaffare”, se non addirittura di “mafiosità”, nei confronti di cittadini appartenenti alla comunione massonica, tanto più che costoro hanno il difficile compito di trasferirne le rigide regole morali nella loro attività sociale e, nel caso specifico, in quella amministrativa.
FIRMATO
Giuseppe Gioia
Gentile Gioia,
vale per lei lo stesso ragionamento fatto in altre occasioni: non c'è nulla di male ad essere massoni, come non c'è nulla di male a fare luce su un sodalizio che in provincia di Trapani ha diverse peculiarità, dalla miriade di logge e loggette (da profani: ma perché si aderice ad un ordine "francese"?), ai rapporti nel recente passato tra alcuni massoni ed esponenti della criminalità organizzata, anche di stampo mafioso. Riteniamo che essere trasparenti sia la migliore garanzia per i cittadini, e per i veri massoni che tengono alla reputazione del sodalizio. Non ci sono accuse di mafiosità, solo circostanze che vanno notate. Ad esempio, lei, Giuseppe Gioia, a meno che non si tratti di un'omonimia, è lo stesso Giuseppe Gioia che da ispettore della Gran Loggia d'Italia a Trapani ha "affiliato" il mafioso e massone di Favara Carmelo Vetro, figlio del capomafia di Agrigento e massone Giuseppe Vetro, e "vicino" a Giovanni Brusca? E se si, in base a quali "rigidi regole morali"? Giusto per capire. Se non è lei, invece, magari ci dica chi ce lo può spiegare.
La redazione