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06/05/2016 06:30:00

Marsala. Il caso Spanò si allarga. Denunce a raffica per infermiere e medico

La clinica degli orrori, quella in cui secondo le indagini della procura di Marsala venivano consumati abusi sessuali sui pazienti anestetizzati. A perpetrare gli abusi era un infermiere, Maurizio Spanò, 53 anni, ferrista all’ospedale Paolo Borsellino, che prestava servizio nella clinica privata del gastroenterologo marsalese Giuseppe Milazzo.
Il caso però si è allargato, e non ci sono solo gli abusi sessuali dell’infermiere. In queste ultime settimane sono diverse le denunce da pazienti per anestesie fatte dall’infermiere, che non è abilitato ad effettuarle, in assenza del medico. O ancora documenti clinici firmati da altre persone diverse dal medico Milazzo, noto professionista che è anche presidente dell’Aigo, l’associazione italiana gastroenterologi.
Il tutto però parte dalle accuse all’infermiere per abusi sessuali sui pazienti anestetizzati. Maurizio Spanò è stato arrestato mentre era in servizio all’ospedale di Marsala e posto ai domiciliari il 15 marzo scorso.
Tutto è partito dalla denuncia di una donna. Ma le vittime sarebbero di più, e tutte registrate dalle telecamere piazzate dai carabinieri all’interno dello studio. Le telecamere piazzate sono attive l’8, il 10 e il 14 marzo e nelle ore pomeridiane registrano altri otto casi. Per lo più, palpeggiamenti, baci e atti di autoerotismo. In un caso, però, a quanto pare, anche un rapporto sessuale completo con un’anziana donna. Per gli inquirenti si tratta di “azioni delittuose incontrovertibili”. L’8 e il 10 marzo, le vittime sarebbero tre donne di mezza età. Cinque gli episodi documentati il 14 marzo. Questa volta, a subire violenza persino un anziano uomo, al quale vengono toccate le parti intime.
Scene terribili a cui assistono i carabinieri. Il dottor Milazzo, fratello del deputato regionale del Pd Antonella Milazzo, non è indagato per questi fatti e si è detto “sconvolto per quanto accaduto”. Come emerso anche dalle immagini delle videocamere piazzate dai carabinieri dopo la denuncia della donna che ha fatto scattare l’inchiesta, il medico non si sarebbe mai accorto di nulla perché l’infermiere avrebbe agito quando Milazzo, dopo avere sedato i pazienti ed effettuato l’accertamento diagnostico, usciva dalla stanza lasciando i pazienti sul lettino in attesa che svanisse l’effetto dell’anestetico.
Ed è proprio sulla condotta generale di medico e infermiere che sono state presentate diverse denunce che non hanno nulla a che fare con l’ipotesi di reato di abusi sessuali.
Denunce pesanti che al momento non sarebbero sfociate in avvisi di garanzia, ma che stanno attenzionando gli inquirenti.
Al momento sono quattro le denunce presentate da pazienti dello studio di Milazzo su come sarebbero stati trattati.
La prima denuncia è stata fatta da due donne, madre e figlia. Affermano di essere state entrambe sottoposte ad accertamenti (gastroscopia e colonscopia) tra settembre e ottobre 2015 e che l’anestesia è stata effettuata dall’infermiere “in assenza del medico”. Quest’ultimo, scrivono nella querela, “interveniva solo quando la paziente era stata anestetizzata ed usciva dalla stanza una volta completato l’esame”. Poi, la paziente rimaneva sola “con l’infermiere che spegneva la telecamera che permetteva di assistere all’esame dalla stanza in cui l’accompagnatore attendeva l’esito”. In entrambe le occasioni, denunciano le due donne, l’infermiere “si rifiutava di permettere l’accesso dell’accompagnatore”.
E ancora una donna di 65 anni si è presentata in Procura e ha consegnato una querela in cui afferma che lo scorso 21 gennaio si è recata nello studio medico privato del noto gastroenterologo Giuseppe Milazzo per effettuare un esame diagnostico e che ad accoglierla fu l’infermiere. Quest’ultimo l’avrebbe fatta spogliare, dicendole che sarebbe stato lui a farle la puntura per l’anestesia. Non avrebbe, inoltre, consentito al marito di farle compagnia nella stessa stanza. L’uomo sarebbe stato costretto ad attendere in un’altra stanza. La terza denuncia l’ha presentata un uomo di 45 anni che contesta, anche lui, che ad aver effettuato l’anestesia sarebbe stato l’infermiere “in assenza del medico”. Quest’ultimo avrebbe effettuato solo l’esame diagnostico. Nella querela, inoltre, l’uomo afferma che rileggendo i documenti che gli sono stati rilasciati a fine gennaio, quando si sottopose a gastroscopia, si è accorto che il foglio dell’anestesia era firmato da un medico che lui afferma di non conoscere e che “non era presente all’esame e non ha effettuato alcuna anestesia”.
La quarta denuncia, l’ultima in ordine di tempo, ma tutto fa pensare che ne arriveranno altre, è stata presentata da una 40enne castelvetranese che nel febbraio 2011 si recò nello studio del gastroenterologo Giuseppe Milazzo per sottoporsi a un esame diagnostico. La donna non paventa possibili abusi sessuali (per i quali il medico, è bene ricordalo, non è indagato), ma afferma che ad effettuare l’anestesia fu l’infermiere, come si evincerebbe dalla firma sul foglio che le fu rilasciato. Tutti i denuncianti sono assistiti in questa faccenda dall’avvocato Vincenzo Forti. L’indagine, insomma, rischia di allargarsi a macchia d’olio e di coinvolgere per aspetti che non riguardano gli abusi sessuali anche il medico Peppe Milazzo, sul punto di vista penale, amministrativo e fiscale, visto che rimane da definire il rapporto di lavoro che c’era tra l’infermiere e lo studio.
Raggiunto al telefono il dottor Milazzo ha preferito non commentare gli ultimi sviluppi: “preferisco chiarire tutto in tribunale” è stato il suo unico commento.



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