C'era anche l'ex Sindaco di Trapani, Mimmo Fazio, nel fine settimana a Palermo alla convention "Cambiamenti", organizzata da Davide Faraone, luogotenente del Pd in Sicilia. Secondo alcuni la presenza dell'ex Sindaco di Forza Italia è la prova provata di un avvicinamento tra Fazio e il Pd, che potrebbe clamorosamente appoggiare la sua candidatura a Sindaco nel 2017 nel capoluogo (Fazio, è certo, si ricandiderà). "Solo curiosità" dice lui, ma sono davvero tanti gli ex del centro destra ormai dentro o accanto il Pd siciliano. E la convention di Faraone serve a suggellare alleanze e strategie. L'anno scorso ad esempio si era visto l'altro deputato regionale trapanese Paolo Ruggirello, il deputato di Articolo 4, eletto con il centrodestra e passato con il Pd. Ruggirello, tra l'altro, c'era anche quest'anno.
La kermesse si è chiusa con un’accesa polemica a distanza tra il governatore di Sicilia Rosario Crocetta e il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone. Una kermesse a cui il presidente della Regione non ha partecipato, ma non ha mancato di replicare alle dichiarazioni fatte da Faraone nel giorno della chiusura. Il nodo più intricato quello delle prossime regionali e delle prossime candidature.
«Da domani cominceremo a girare comune per comune», ha esordito il sottosegretario annunciando di fatto l’inizio della campagna elettorale in vista del voto del prossimo anno .E sulla ricandidatura di Crocetta: «Il presidente della Regione siciliana ha annunciato che si vuole ricandidare, se oggi dicessi di sì, mi considerereste da trattamento sanitario obbligatorio… Chiunque si vorrà candidare per la presidenza della Regione siciliana potrà farlo, ci saranno le primarie». «Noi – ha continuato Faraone – potremmo aspettare e alla fine chiedere a Matteo Renzi “indica tu il candidato alle regionali in Sicilia”, giocheremmo in casa. Ma abbiamo un’altra idea, dobbiamo avere l’ambizione, almeno una volta, di non chiedere a qualcuno di darci una mano: è possibile costruire le condizioni per vincere le prossime regionali per merito nostro?»
La risposta del governatore non si è fatta attendere. “Sono pronto a dare battaglia in prima linea, sapendo che quelli che avrebbero dovuto collaborare hanno cercato di impedire il risanamento e che alla fine nel bilancio complessivo la lealtà, la trasparenza e il coraggio saranno gli elementi più importanti che prevarranno nei giudizi della gente”. Così il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, replicando al sottosegretario Davide Faraone e confermando la sua ricandidatura alle regionali del 2017.
“Io continuerò a lavorare per l’unità del Pd e della coalizione e soprattutto per la Sicilia che si sta liberando da un passato di sprechi e di malaffare”, ha detto Crocetta rispondendo a Faraone . Ma per Crocetta “in politica la lealtà è la cosa più importante, io continuo a esserlo, non ho paura e non temo il giudizio del popolo siciliano che sa che mi batto per il bene collettivo”.
«Capisco il nervosismo di Faraone, la sua leopoldina è stata un flop – ha continuato Crocetta – . Tre giorni vuoti, non c’erano i siciliani ma soltanto politici e qualche simpatizzante andati lì per timbrare il cartellino. Il problema di Faraone è che si sente Renzi. Ma io che ci posso fare? Gli raccomando di stare sereno e di non agitarsi troppo».
E anche sulla tenuta e sulle dinamiche di governo della Regione i due non hanno risparmiato convenevoli. «Non prendiamo lezioni da nessuno, noi stiamo governando e stiamo limitando i danni di chi guida la Sicilia in modo incauto – ha tuonato Faraone – . Stiamo risanando il bilancio della Regione, stiamo lavorando sulla sanità e sul tema dell’acqua e dei rifiuti. Ma tante cose non funzionano, è impensabile per esempio che nella Regione col numero più alto di dipendenti i musei rimangano chiusi».
«Trovo singolare le accuse al governo regionale da chi è sempre stato nel mio governo e che in questa fase ha tre assessori su 12 in posti chiave come l’economia, la sanità e l’energia – ha risposto il governatore – , chi non vuol partecipare al governo dovrebbe per lo meno, come è per ora d’attualità, ritirare la propria delegazione dalla giunta per consultazioni. Ma non pongo la questione e non la pongo nemmeno agli assessori, designati sì dai partiti ma con l’obbligo morale di lealtà al presidente; so che alcuni di loro sono leali, chi non lo è ne tragga le conclusioni».«Io – ha ribadito Crocetta – continuerò a lavorare per l’unità del Pd e della coalizione e soprattutto per la Sicilia che si sta liberando da un passato di sprechi e di malaffare».