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26/03/2016 06:10:00

La pioggia sulla processione del Giovedì Santo a Marsala, una città senza coraggio

La processione del Giovedì Santo a Marsala, o Sacra rappresentazione della Passione di Cristo, è un po’ come il Festival di Sanremo in città. 

Si tiene ogni anno, con l’approssimarsi dell’evento c’è sempre curiosità, molti la snobbano ma poi si va comunque a vederla. E la si giudica. “Lo scorso anno è stata più bella, quest’anno c’erano meno animali, gli attori non erano bravi, la banda ha suonato male, Gesù è caduto poche volte…”. E poi “l’anno scorso era più parlata, quest’anno era ‘muta’”. Cose di questo genere. Proprio un anno fa, a Marsala, ci fu il caso di Gesù e gli apostoli cacciati dalla Processione perchè hanno recitato, fuori copione, il padre nostro. Una sorta di gesto di ribellione contro il Vescovo che invece da qualche anno aveva detto di attenersi alle scritture e non recitare la preghiera. Gli apostoli vennero cacciati dalla Processione, e ci fu un gran putiferio. E non era uno scherzo, come quello che la nostra redazione ha organizzato. Il pesce d’aprile più riuscito, che si riferiva ad una fantomatica ordinanza che vietava la semenza il Giovedì Santo. Ci cascarono tutti, e ancora oggi qualcuno pensa che sia stato vero.
Al di là di queste ribellioni, e dei pesce d’aprile, la sostanza è quella. Ogni anno, la processione esce dalla chiesa di Sant’Anna, e si ritira nella stessa parrocchia. Nel mezzo ci sono centinaia di figuranti, e migliaia di spettatori.
Una tradizione secolare che, mettila come vuoi, falle fare questo giro, fai recitare quest’altro copione, tira sempre. Una tradizione che in città è snobbata e sentita. C’è chi ci crede e la segue tutta, fa foto e le posta su Facebook - come quelli che guardano e ascoltano tutte le canzoni di Sanremo e votano la preferita - e c’è chi la segue solo perchè è tradizione, perchè è un pretesto per vedere gente, per mangiare un po’ di “scaccio” e fare la passeggiata con la città affollata. Insomma, il giovedì Santo a Marsala è festa.
Non quest’anno. La storia è nota. Il corteo - con i centurioni, le veroniche, Gesù e gli apostoli, Maria, i cavalli e gli omini col piattino - esce alle 13 da Sant’Anna, alle 15 arriva un acquazzone di un quarto d’ora. Abbastanza per inzuppare tutti e decretare la fine della processione. Si ritorna in chiesa. E qui sono tutti delusi, tutti tristi per l’epilogo. Ci raccontano dei protagonisti, le centinaia di persone che hanno fatto prove per mesi, in lacrime per come è finita. Per la decisione di far ritirare il corteo perchè “era pericoloso continuare con le strade bagnate”. I figuranti che non potevano camminare, gli abiti di scena tutti inzuppati, le strade bagnate.
Ora, non voglio fare il facilone, ma qui c’è qualcosa che non va. E non va che a Marsala, per un evento del genere, l’unico in città che riesce ad attrarre un po’ di gente, non ci sia un piano B. Quello che è successo alla Processione è l’emblema di come Marsala sia diventata una città senza spina dorsale. Una città che non ha un colpo di reni davanti alle difficoltà, che non ha un piano B (ma neanche un piano A, in realtà), che si ferma quando piove, anche per un quarto d’ora. E non si pensa a chi ci ha messo fatica e passione a provare per mesi le parti, a chi è arrivato da altre città, ai turisti che sono attratti dalla tradizione della Processione del giovedì santo. Non ha un colpo di reni questa città, non ha autorevolezza e senso di responsabilità, soprattutto da parte di chi dovrebbe avere incarichi di responsabilità. Ad esempio giovedì c’erano in città tanti turisti. E c’erano anche marsalesi emigrati all’estero che, dopo anni di lontananza, hanno scelto queste vacanze pasquali per tornare anche per la voglia di rivedere la tradizionale processione. Invece no, tutto si ferma per un acquazzone. Ma non c’era proprio un piano B? Qualcuno che dicesse “aspettiamo che scampa”, qualcuno che guardasse il meteo? Qualcuno che dicesse “ragazzi miei con i sandali si scivola, prendiamo e ci mettiamo le scarpe”. La beffa è stata che una volta rientrati in chiesa il cielo s’è schiarito, la pioggia è terminata, è tornato il sole e le strade si sono risistemate dopo un’oretta.
Ma se non c’è nessuno che si prende delle responsabilità davanti a una emergenza, che può essere piccola come la processione, a Marsala, cosa succederebbe davanti ad altre emergenze, più gravi? Marsala non ha un piano B, ma neanche un piano A, perchè non c’è nessuno che si assume la responsabilità di osare, di rischiare di beccarsi un po’ d’acqua. Per amore della tradizione, per la Passione che ci si deve mettere in un evento del genere, perchè ci sta rimanendo solo questo. Solo per questo briciolo di fascino per il per il passato e per le tradizioni popolari i turisti arrivano a Marsala. E abbiamo il coraggio di dire, “signori miei piove, ci ritiriamo”? Ecco, ci voleva un po’ più di coraggio, di responsabilità, e ripartire. Invece no, a Marsala stiamo fermi, immobili, e aspettiamo sempre la grazia di Dio che ci schiarisca il cielo. L’acqua ti bagna il vento t’asciuga.

Francesco Appari



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