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09/03/2016 06:15:00

Castelvetrano, la politica, la mafia. Salvate il soldato Giambalvo

 I fatti sono questi, in estrema sintesi. Qualche tempo fa, nell’ambito di un’operazione antimafia, viene arrestato a Castelvetrano un consigliere comunale, Calogero Giambalvo, che tutti chiamano Lillo. Grande clamore suscita il contenuto dell’ordinanza di custodia cautelare per Giambalvo e gli altri. Il consigliere comunale, infatti, intercettato, dice di aver incontrato niente di meno che Matteo Messina Denaro in persona, il boss invisibile e latitante, che per lui avrebbe fatto qualsiasi cosa, e augura l'omicidio dei figli di Lorenzo Cimarosa, cugino acquisito del boss, primo della ghenga a dissociarsi dal grande capo e a rispondere alla domande dei magistrati sugli affari del padrino di Cosa nostra.
Legge alla mano, Giambalvo, che era già subentrato ad un altro che in lista lo precedeva, e che faceva parte di Articolo 4 (oggi nel Pd), viene sospeso, in attesa del giudizio, dal consiglio comunale stesso.
Poi succede che il nostro viene assolto con il rito abbreviato a Palermo. Assolto con formula piena, pare. E qui il pare è d’obbligo perché di tutta questa vicenda - come di molte cose che accadono a Castelvetrano e dintorni, vi ricordate l’omicidio di Salvatore Giuliano e il “Di sicuro c’è solo chè è morto”?  - si sa davvero poco. Giambalvo è stato assolto. Come, non lo ha capito quasi nessuno. Lui, per gli evidenti limiti espressivi, non è in grado di dirlo, ed è ancora presto per leggere le motivazioni. Tra quel poco che si sa, c'è l'interrogatorio di Giambalvo ai Pm. Ha ammesso di essersi inventato tutto: non ha mai incontrato Messina Denaro, lo diceva per vantarsi, per darsi un tono. 
Fatto sta, comunque, che Lillo Giambalvo, come prevede la legge, essendo innocente, viene reintegrato al consiglio comunale. E lì si aprono le cataratte. Grandi polemiche, è ignobile che uno che inneggia a Matteo Messina Denaro sieda in consiglio, si dice. Viene anche il vicepresidente della commissione antimafia, Claudio Fava, a dire che i consiglieri devono dimettersi. Il Sindaco Felice Errante non sa che fare - ed in effetti chi vorrebbe essere al posto suo…. - , le Iene, con il loro modo molto sensazionalistico e poco giornalistico di raccontare i fatti, vengono a Castelvetrano, e succede la turilla, la tensione sale alle stelle, infine i consiglieri che dicono: ci sospendiamo fino a quando Giambalvo non si dimette. Poi la ridda di comunicati. E i consiglieri che alla fine sembrano davvero sul punto di dimettersi. E poi si dimettono. 
E questo è il punto al quale siamo arrivati.
La vicenda spiega quanto vado dicendo in giro da un po’ di giorni, da quando cioè è uscito il mio libretto eretico e maledetto dal titolo “Contro l’antimafia”. E cioè che la legalità è un parola abusata, di più, un feticcio da abbattere. Lillo Giambalvo è stato reintegrato al suo posto in nome della legge, perché è la legge che lo prevede, appunto: sei assolto? meriti di tornare in consiglio comunale. Gli strenui difensori della legalità senza se e senza ma avrebbero dovuto dunque tutelare le ragioni di Giambalvo, perché sono quelle del diritto. Se non lo hanno fatto, è perché si sono accorti appunto di quanto la legalità per la legalità non serva a nulla, e che alla politica serva qualcosa in più dell’applicazione della legge: l’esempio, la condotta. Giambalvo costretto a dimettersi, Giambalvo “epurato” è una sconfitta della legalità.

Ma il titolo di questo articolo è “Salvate il soldato Giambalvo”, quindi in verità voglio dire qualcos’altro. (In realtà io volevo titolare questo articolo: “Nessuno tocchi Giambalvo”. Ma in redazione ci siamo detti: meglio evitare, magari una volta, di metterci sotto la scopa dei benpensanti). E ancora una volta, mi tocca sedermi dalla parte del torto. Perché é troppo facile davvero prendersela con Giambalvo. Ma l’avete visto che figurina é? Incapace di esprimersi in un italiano corretto e comprensibile, sicuramente furbo, non certo molto intelligente, senza gli strumenti necessari per capire certe regole di condotta che anche il più anonimo tra gli uomini pubblici dovrebbe riconoscere. Insomma, Giambalvo è la quintessenza dei nostri politici, ne rappresenta l'aurea (si fa per dire) mediocritas
Povero Lillone nostro. E’ troppo facile prendersela con lui. Mi fa quasi pena. Ecco perché dico: nessuno tocchi Giambalvo.
Nelle nostre risse all’oratorio, da ragazzini, c’era sempre la banda di bulli. Facevano le peggiori prepotenze, mentre i parrini si voltavano dall’altra parte. Queste bande erano composte da due - tre capetti riconosciuti, alcuni luogotenenti di pugno mordace, e un gruppetto di scodinzolanti e ingenui adoratori del capo e dei capi, pronti ad essere forti e sprezzanti con i più deboli. Ed erano proprio quelli che, quando la banda di bulli veniva rovesciata da un qualche avvenimento (un’altra banda, un’improvvisa “denuncia” di qualche vittima...), per primi subivano la gogna.
Ecco, Giambalvo mi ricorda proprio questi personaggi qua, questi pesciolini di cannata, con il corpo da triglia e l’ambizione da squalo. E mi sembra che ce la prendiamo con lui, giusto perché è un bullo che ha mostrato il passo ed è rimasto indietro, lo abbiamo acchiappato, lo gonfiamo di botte. Ma dimentichiamo il resto.

Lo sapete che già nel 2007 Giambalvo non fu eletto al consiglio per pochi voti? Ed era candidato nella lista del deputato regionale Giovanni Lo Sciuto, quello, che, a proposito di sapersi esprimere, disse poco tempo fa che “alcuni giornalisti e certa antimafia viene a speculare sulla città di Castelvetrano".
Lo sapete che a Castelvetrano c’è un consigliere comunale che sente inneggiare a Messina Denaro e non alza nemmeno un sopracciglio? Stiamo parlando di Francesco Martino, che a Castelvetrano ha preso 418 voti, il secondo più votato in consiglio comunale. Perchè Giambalvo, mentre si inventava quelle fanfaronate su Messina Denaro, parlava con lui, in auto. Mi chiedo: Giambalvo non è degno di fare il consigliere e lui si? E'  cchiu asino Carnalivari o cu ci va appresso? avrebbe detto mia nonna.
Usciamo dall’orto di Castelvetrano, allarghiamo il giro. A Salemi c’è consigliere comunale Nino Scimemi. Anche lui, è stato coinvolto in alcune indagini gravi. Processato, è stato assolto e prosciolto. Ha tutto il diritto di fare il consigliere comunale, credo che sia in Forza Italia. Eppure nella richiesta di sequestro di beni a "Sua Sanità" Pino Giammarinaro del 2011 si leggono tante cose su di lui, Scimemi. Cito testualmente dal provvedimento (lo trovate a questo link):

“.... rapporti di contiguità legavano SCIMEMI Antonino ai noti cugini SALVO, all’ex on. GIAMMARINARO Giuseppe e ad alcuni esponenti della famiglia mafiosa mazarese per la sistematica aggiudicazione di appalti banditi dai vari Enti Pubblici ad un cartello di ditte compiacenti agli interessi mafiosi”.


Perchè nessuno, dal Sindaco di Salemi ai consiglieri comunali di questo o quel partito dice nulla sulla presenza di Scimemi in consiglio?

Il mio  elenco potrebbe continuare, allargando ancora il campo. Dalla mafia alla corruzione, al voto di scambio, al riciclaggio. Il primo caso che mi viene in mente: è normale che il consuocero di uno dei più grandi evasori italiani sia in commissione Bilancio al consiglio comuale di Marsala?

E state attenti, sono in grado di fare esempi per ogni Comune piccolo o grande della provincia.
Ma Giambalvo è uno che inneggia a Messina Denaro, mi si dirà, gli altri non sono stati mai intercettati a parlare bene di un boss come lui.
Vero è. Ma è anche vero che se ascoltassimo tutte le conversazioni private di tutti i politici dalle nostre parti, anche di quelli più in aria di antimafiosità e di santità, troveremmo sempre un angolo nascosto un cono d’ombra, dove qualcosa si dice, si pensa, si concede. Non con i toni spacconi e imbarazzanti di Giambalvo, ma, scavando scavando, ognuno dei politici dalle nostre parti ha piccole e grandi zone di compromesso. Lo sappiamo, lo sanno. Come sappiamo che non è che oggi fai dimettere tutti i consiglieri comunali e, come per magia, è scomparsa la mafia. C'era, c'è. E magari Giambalvo, se si ricandidasse prenderebbe nuovamente i suoi 200 e rotti voti. E se non li prende lui, passeranno a qualcun altro, che sarà come lui, solo più silenzioso. La risposta più onesta alla presenza di imbarazzante di Giambalvo in consiglio comunale sarebbe stata, come per altri casi, una sola: fare bene e ancora meglio il proprio lavoro, a testa alta, lasciando da parte i compromessi e i giochi al ribasso. Dimettersi, per i consiglieri comunali di Castelvetrano, è una scelta alla fine facile, che evita malafiure e azzera tutto. E' la ginocchiata data al flipper quando la pallina si incanta. 

Ci leviamo dai piedi Giambalvo, come si caccia dalla festa l’invitato maleducato, quello che si è ubriacato e che ha cominciato a disturbare gli altri, a molestare le signore. A me non fa paura Giambalvo, mi fa pena. Mi fa paura chi approfitta della vicenda per regolare vecchi conti, e, soprattutto, in questo delirio, mi fa paura, sul serio, chi mantiene il suo aplomb, tranquillo del fatto che fin quando ci sarà un Giambalvo del quale sparlare, potrà fare sempre come gli pare. I bulli, quelli veri, dalle nostre parti girano in doppiopetto, sono educatissimi. E hanno un solo pensiero, al momento: che la festa continui. 

Giacomo Di Girolamo



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