E’ stato preso come carta straccia il Patto per la Sicilia, il lungo elenco di opere da realizzare per 2.5 miliardi di euro sull’Isola. Una volta approvata la delibera da parte del Governo Regionale, la prima reazione è stata quella di giubilo, dei politici di ogni ordine e grado. Poi ci si è resi conto che era troppo raffazzonato, che c’erano degli impegni per una parte dell’Isola e non per un’altra parte (con la Sicilia Orientale favorita). E ancora c’erano opere di cui non si conosceva neanche l’ubicazione. Insomma, un po’ i deputati regionali e un po’ l’Ance, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, hanno mandato indietro il testo. Tutto da riscrivere per il Governo Crocetta.
Il Patto per la Sicilia non era altro che una specie di piano delle opere pubbliche, una lista dei desideri di lavori da fare nell’Isola ma su cui sussistono grossi problemi per il finanziamento.
Ci sono diverse opere nel Patto per la Sicilia, infrastrutture, strade, opere per prevenire il dissesto idrogeologico, ma anche piscine, e altre opere di seconda fascia.
E c’è anche il progetto di messa in sicurezza del porto di Marsala. Alla vista delle due voci che riguardano il porto l’ex sindaco Giulia Adamo si è spinta a dire che con lei ancora sindaco i lavori sarebbero già cominciati.
Non è proprio così, e non è proprio come si vuol far credere, che il Patto per la Sicilia finanziava, con i fondi regionali, il progetto “pubblico” del porto. In realtà non fa che confermare ciò che già si sapeva, ossia che non ci sono stanziati fondi per il progetto di messa in sicurezza.
In particolare nel prospetto del patto per la Sicilia (è possibile scaricarlo qui) ci sono tutti i progetti arrivati ai vari assessorati regionali da realizzare nei comuni Sicilia. Si tratta di opere soprattutto di messa in sicurezza, di prevenzione di rischio idrogeologico, ma anche infrastrutture più o meno urgenti.
Per ogni opera inserita in elenco viene indicato l’importo totale, i finanziamenti da reperire, e poi i finanziamenti previsti per l’opera nel Fsc 2014-20120, nel Fsc 2014-2020 programmato per il 2016-2017. E ancora il totale delle risorse disponibili per l’opera, lo stato procedurale conseguito al 31-12-2015, l’obiettivo del Patto al 2017, e l’obiettivo conseguibile.
Le voci che riguardano il porto di Marsala sono due. Una prevede lavori da 1 milione di euro per il completamento della banchina curvilinea, l’altra voce è il progetto vero e proprio i messa in sicurezza che è la realizzazione della diga antemurale dell’importo di 49 milioni di euro. Ecco, in totale sono 50 milioni di euro di fondi pubblici che dovrebbero arrivare in città, che ci sono alla regione, secondo quanto detto in questi anni, e in questi ultimi giorni da Giulia Adamo. Ma guardando il prospetto del Patto per il Sud non è proprio così. Perchè alla colonna “finanziamenti da reperire” entrambe le voci che riguardano il porto di Marsala riportano il totale dell’importo necessario. Segno che, appunto, non ci sono fondi previsti alla Regione per la messa in sicurezza. E non ci sono neanche nella programmazione comunitaria 2014-2020, come si continua a leggere nel prospetto. Alla fine il prospetto del governo regionale tira la linea. Alla colonna “Totale risorse disponibili” la somma per il porto pubblico di Marsala è zero.
Lo stato procedurale, dei due progetti è “esecutivo” si legge nella delibera, e ed è previsto l’avvio del cantiere nel 2016.
In realtà non ci risulta che il progetto pubblico di messa in sicurezza sia in fase esecutiva. Perchè tutto si è bloccato alla Regione una volta terminata l’esperienza del sindaco Adamo a Marsala, anche per le osservazioni fatte dalla Regione. Il progetto pubblico di messa in sicurezza, sponsorizzato dall’amministrazione Adamo, mancherebbe infatti ancora dell’approvazione della Via-Vas. Lo si può leggere sul sito stesso del Ministero dell’Ambiente. E tra l’altro è una delle ultime valutazioni fatte dalla Regione, nell’estate 2014, “bocciando” il progetto pubblico. Mancava la Via-Vas, e non era specificato nel progetto con quali fondi sarebbe stata realizzata l’opera.
Per completezza di informazione - scrivono i funzionari della Regione - appare il caso di evidenziare che, allo stato attuale nessun appostamento finanziario è previsto nei capitoli di bilancio regionale, sia relativi a fondi nazionali che comunitari, per il finanziamento dell’intervento in argomento e più in generale nel FESR 2007/2013
Era il febbraio 2014, e da allora non è cambiato nulla. Lo conferma il prospetto del Patto per la Sicilia.
Come dicevamo il Patto per il Sud non è altro che un elenco delle cose da fare in Sicilia. Come un piano opere pubbliche, per i Comuni. E quindi si prefigura sempre come un libro dei sogni, con opere chissà quando realizzabili.
Nella stessa situazione del Porto di Marsala, in provincia di Trapani, per fare qualche esempio, ci sono il porto di Favignana 40 milioni di euro, il porto di Levanzo 12 milioni di euro, il porto di Marettimo 16 milioni di euro, i lavori di completamento del porto di Marettimo (costo 19 milioni di euro).
La delibera del Patto per la Sicilia ha avuto vita breve. L’Ars l’ha rimandata al Governo regionale per ridefinire l’elenco degli interventi. L’ultimo aggiornamento guardava più la parte orientale che quella occidentale dell’Isola, e in particolare guardava molto Gela.
Anche l’associazione dei costruttori (l’Anci) ha segnalato degli errori al Governo. Come l’inserimento di alcune opere da realizzare non si sa bene dove. Intanto in questi giorni a Trapani Baldo Gucciardi ha tentato di rassicurare tutti, soprattutto Confindustria che ha voluto l’incontro con l’assessore regionale alla Sanità. Gucciardi ha spiegato che è stato dato il via libera alle prime due linee di finanziamento e i Comuni potranno presentare progetti riguardanti le opere finalizzate a fronteggiare il dissesto idrogeologico e quelle per il miglioramento del servizio idrico integrato (acqua e fognature).
Quindi, ancora una volta, nulla a che vedere con il porto di Marsala.