Riprende il suo scranno a Palazzo Pignatelli, dopo l’assoluzione al processo Eden 2, in cui era accusato di essere un fiancheggiatore di Matteo Messina Denaro.
Il Prefetto, così come prevede la legge, ha rimosso la sospensione di Lillo Giambalvo. Il presidente del Consiglio Comunale, come prevede la legge, ha confermato il suo reintegro nel massimo consesso civico della città.
Ma l’assoluzione certamente non cancella le pesanti intercettazioni emerse.
Intercettazioni in cui Giambalvo, racconta con nostalgia e trasporto i suoi incontri col vecchio capomafia don Ciccio Messina Denaro: “Minchia c'era un profumo di caffè. ‘Entra, Lillo prenditi il caffè', oh zu Cicciu assa benerica, minchia ci siamo abbracciati e baciati, io ogni volta che lo vedevo mi mettevo a piangere perchè... mi smuvia...”
Un sentimento acceso anche nei confronti del superlatitante Matteo Messina Denaro:
“…Lui nel mentre era andato da mio zio Enzo (il mafioso Vincenzo La Cascia, campiere dei Messina Denaro e sorvegliato speciale nda)”
“Io non lo avevo riconosciuto a primo acchito, era invecchiato…”
“…Abbiamo fatto mezz'ora di pianto tutti e due... Lillo come sei cresciuto? Lillò... e io mezz'ora di pianto…”
Certo, difficile dire se gli incontri ci siano stati davvero o siano stati frutto della sua fantasia. Ma questo non cambia poi molto l’impostazione valoriale del personaggio che, intercettato dai Carabinieri, arriva perfino a dire: “Se io dovessi rischiare 30 anni di galera per nasconderlo rischierei! La verità ti dico! Ci fossero gli sbirri qua? E dovessi rischiare a mettermelo in macchina e farlo scappare io rischierei. Perche io ci tengo a queste cose”.
Ancora più gravi le intercettazioni del consigliere Giambalvo, nel commentare con un suo parente la collaborazione di Lorenzo Cimarosa (cugino del latitante arrestato nell’operazione Eden):
“Minchia se ti racconto l'ultima. Cimarosa collaboratore di giustizia! Lorenzo Cimarosa! Minchia!! E' su internet cose tinti picciotti miei. Tu te lo immagini? Troppo tinta la parte è! Io non capisco più niente...boh...ha detto che in due mesi gli ha dato 60 mila euro a Patrizia per portarli a suo fratello...a tutti consuma chissu... la prima volt se l'è fatta bello sereno la galera e ora si scantà”.
La “soluzione” ipotizzata lascia senza parole: “Si fussi iè Matteo appena iddu....accussì latitante iè ci ammazzassi un figghiu...e vediamo se continua a parlare...perchè come si fa? Minchia chiuddu di dintra! Ehh iddu docu...tutti possono parlare tranne lui!!”
“Se lo devono bloccare s'hanna smuovere”.
Giuseppe, uno dei due figli di Lorenzo Cimarosa, ha commentato questo singolare ritorno in consiglio comunale, dalla sua pagina Facebook:
“Su decisione del prefetto di trapani... Il consigliere Giambalvo torna ad occupare la sua poltrona a palazzo Pignatelli … Credo non ci possa essere sconfitta peggiore per tutte le persone che si impegnano ogni giorno per rendere migliore questo paese! Un presunto mafioso che anche se tale non fosse, è certamente colpevole di essersi manifestato un affezionato estimatore della mafia e dei mafiosi del mio paese che a detta di lui stesso, a sentire le intercettazioni, avrebbe anche rischiato 30 anni di galera per mettere in salvo M.M.Denaro se solo ne avesse avuto bisogno... Colpevole ancora ed in modo anche più grave, di avere auspicato la morte Mia o di Mio fratello per mettere a tacere mio padre che per grazia di Dio ha iniziato a collaborare con la giustizia ... Sono frasi dette da lui stesso ad un altro interlocutore mentre rivestiva ancora la sua carica di politico a Castelvetrano. Ora, dopo la sua assoluzione in primo grado, torna a svolgere il suo ruolo di consigliere con una faccia come il cuoio e senza un minimo accenno di dignità, rimesso al suo posto da quella stessa legge che dovrebbe cambiare in meglio questa terra! Magari adesso apporterà contributo alla cittadinanza con i suoi preziosi consigli!! Sono veramente stanco...incazzato... addolorato e deluso … ancora una volta . Potevo tollerare che fosse rimesso in libertà, se la legge lo avesse ritenuto opportuno … ma non posso tollerare di vivere in una Castelvetrano che riaccoglie un tale personaggio tra le mura del suo Consiglio Comunale. Qui a perdere non e' solo la giustizia...ma anche il buon senso ...Noi stessi abbiamo perso!”
C’è una parte della città (difficile dire quanto estesa) che, a prescindere dalla sentenza di assoluzione, è comunque indignata da questo ritorno.
Curiosamente, nel prossimo consiglio comunale del 25 gennaio (quando Giambalvo avrà ripreso il suo posto), tra i punti all’ordine del giorno c’è anche l’ammissione del comune di Valderice al consorzio trapanese per la legalità e sviluppo.
C’è da chiedersi quanto la classe politica locale possa ritenere opportuna la presenza del ritrovato consigliere.
Egidio Morici