Il Sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo, Pd, dichiara da tempo che le casse del Comune sono allo stremo. Tant’è che il bilancio che il consiglio comunale si appresta a discutere sarà pieno di tagli, tra i quali il capitolo per gli aiuti ai poveri per la città, quelli che in burocratese chiamano “indigenti”. Come fare? Io ho una mezza idea...
Mi permetto però prima un piccolo riassunto dei fatti fin qui accaduti in città. Perché voi magari avete letto il titolo, di questo articolo qua, e volete una spiegazione. Piano. Lo so che non è tempo di pensieri complessi, di ragionamenti, di politica, questo. Tutto è slogan. Eppure bisogna trovare spazio per alcune riflessioni, e insisto. Dunque, a noi.
Dicevamo, il sindaco Di Girolamo, appena eletto, scopre che a Marsala le casse del Comune sono in sofferenza. Decide di aumentare la Tasi, tassa comunale sui servizi indivisibili. L’atto arriva in consiglio comunale, e viene bocciato da quasi tutti i consiglieri comunali. Niente aumento.
Con fare di ripicca (io dallo sconcerto, scusate, non mi sono ripreso…) il giorno dopo il Sindaco Di Girolamo decide di tagliare, per risparmiare sulle spese, alcuni servizi essenziali: scuolabus, orario prolungato nelle scuole e negli asili comunali, e mense per i bambini. Dopo le proteste e le polemiche, si decide che alla fine i soldi ci sono. Perché questo di bello hanno i soldi del Comune, spariscono e riappaiono. Neanche fosse il portafoglio del Mago Silvan. E insomma, ci comunicano che i servizi partiranno il 3 Novembre. Sempre che il 2 Novembre un’altra circolaretta non ci informi che è di nuovo tutto rinviato.
Non c’è politica a Marsala. C'è un Sindaco che si autoproclama per bene, e nulla più. Tant’è che ho fatto una proposta, in quei giorni di polemiche sulla Tasi: chiudono le mense? Portiamo i nostri figli a mangiare a casa di Oreste Alagna, consigliere comunale, collezionista di incarichi - lui e la moglie - esempio, a mio modo di vedere (nulla di personale, eh) di una politica che si disinteressa molto spesso dei problemi di noi tutti e si interessa invece, come sempre, di “chi mettere dove”.
Nel frattempo sono anche successe cose, a Marsala. Tante cose accadono sempre, in verità. E le stanze della politica sembrano un piccolo mondo antico, a parte, sganciato dalla realtà dei fatti. Compito del giornalismo è quello di riportare tutti sulla terra.. Quando devo spiegare a qualcuno cosa significa fare il giornalista, dalle nostre parti, utilizzo sempre questa espressione: chiamare le cose per nome.
E chiamiamole le cose, per nome. In campagna elettorale noi di Tp24.it abbiamo timidamente fatto notare, che, forse, nelle fila del Pd sarebbe stata inopportuna la candidatura al consiglio comunale di Giuseppe “Pino” Cordaro. Consigliere uscente, titolare di un buon pacchetto di voti, Cordaro è sicuramente una brava persona, ma è anche consuocero di Michele Licata, imprenditore proprietario di complessi turistici tra Marsala e Petrosino quali il Baglio Basile, il Delfino, il Delfino Beach, La Volpara. A Licata sono stati sequestrati, ad Aprile scorso, tutte le sue aziende, ed altri beni mobili e immobili per 113 milioni di euro. La figlia di Licata, Valentina, è moglie del figlio di Cordaro. Io, con una parentela così, in questo preciso momento, con questa inchiesta in corso, Cordaro non l’avrei candidato. Ma io non faccio politica, anche se mi reputo persona per bene.
Quando chiamai Pino Cordaro per chiedere cosa pensava delle nostre perplessità mi rispose: lei non sa chi sono io, sono una brava persona. Chi lo mette in dubbio, risposi.
Se il candidato Sindaco è per bene, tutto il cucuzzaro lo è. Solo che la politica è fatta di gesti, di esempi, di opportunità. Per dirla tutta, allo stesso modo, io, se fossi un altro consigliere del Pd, Vito Cimiotta, mi dimetterei, dopo un avviso di garanzia per voto di scambio. Perché rigaurda un reato che il cuore stesso della politica, perché, ragazzo mio, non è questo l’ultimo consiglio comunale del mondo, ti puoi dimettere, fare capire che prima di te viene una certa idea di politica - cacchio, c’è gente che è morta per questa certa idea di politica, in Sicilia! - e poi, assolto da ogni accusa, chiarito l'equivoco, avrai, così giovane, l’occasione di ricandidarti, di mostrare il tuo valore.
Ma torniamo a noi, a Pino Cordaro, consigliere comunale. Succede che adesso la posizione di Michele Licata, il suo consuocero, si aggrava. E’ notizia dei giorni scorsi. Con lui però adesso sono anche indagati i familiari, tra cui il figlio di Cordaro. Lo abbiamo raccontato: evasione fiscale, truffa, ricettazione, riciclaggio e auto-riciclaggio. Sono queste le ipotesi di reato formulate dalla Procura di Marsala nell’ultima inchiesta che coinvolge Licata e altre sei suoi familiari. La Guardia di Finanza ha sequestrato denaro contante per 50 mila euro e assegni per circa un milione e 200 mila euro. Ma chi li ha visti mai 50.000 euro in contanti tutti insieme? ci dicevamo in redazione.
Dall’inchiesta è emerso che Michele Licata, per evitare di subire ulteriori sequestri, avrebbe tolto somme di denaro dai sui conti correnti per versarli su quelli di suoi familiari, che adesso, per questo, devono rispondere del reato di ricettazione, come pure la figlia Valentina, di 28 anni, e il genero Roberto Cordaro, di 31, figlio del nostro Pino.
Licata, con le figlie, avrebbe prelevato e trasferito sui suoi conti correnti e delle figlie intorno ai 10 milioni di euro, per sottrarli dal sequestro. Anche lui, voleva fare come il Mago Silvan.
Le colpe dei padri non ricadono sui figli, e viceversa, si dirà. Ma qui il problema è politico, interessa i padri e i figli. E mi spiego. Secondo il Sindaco di Petrosino, Gaspare Giacalone, l’imprenditore Michele Licata, deve, al Comune di Petrosino, su cui insiste il Baglio Basile, tasse arretrate per due milioni di euro. In un altro articolo raccontiamo che lo Stato ha già recuperato di tasse inevase da Licata 4 milioni di euro, e ancora all'appello ne mancano 3. Ho fatto qualche ricerca, e ho scoperto che Licata e le sue società devono almeno altrettanto, almeno due milioni di euro, al Comune di Marsala per tasse non pagate ed evase.
Al Comune di Marsala al momento mancano, per chiudere il bilancio, 8 milioni di euro. Magari, se il consuocero di Pino Cordaro pagasse i suo arretrati, il Comune non avrebbe bisogno di aumentare le tasse, tagliare i servizi, levare il bonus natalizio ai poveri.
Il Sindaco di Marsala e segretario del Pd, Alberto Di Girolamo, ad un certo punto sarà chiamato a scegliere. Il finto tonto, buono ad oltranza, non lo si può fare per sempre. Sottilissimo è il filo che separa un ingenuo della politica, un Sindaco per bene, da un utile idiota. Sottilissimo. Per gli amanti della querela facile, “utile idiota” non è un’offesa, è un paragone politico, fu Lenin a utilizzarlo per la prima volta, in riferimento a chi, viene “utilizzato” in politica incosapevolmente dai suoi alleati. Per dire, Berlusconi diceva sempre di Prodi che era “l’utile idiota dei comunisti”, ai tempi. Ecco, il nostro Sindaco ci deve dire esattamente da che parte sta: dalla parte del grande evasore o di noi cittadini?
Perchè qui siamo davanti ad una questione: al Comune mancano soldi per chiudere il bilancio, ci sono imprenditori, come Michele Licata, che devono milioni di euro. Il Sindaco propone di aumentare le tasse ai cittadini, o di tagliare i servizi. Potrebbe cominciare a fare pagare i pochi noti. Magari raccogliendo il nostro suggerimento, e chiedendo aiuto al consigliere del suo stesso partito, della sua maggioranza, che è - quanto meno per ragioni di famiglia - dentro questa faccenda. Cordaro, aiutalo tu, il Sindaco Di Girolamo, a recuperare un po' di tasse evase!
Non ci sono soldi per gli indigenti quest'anno, ci dicono. Si tratta di un piccolo bonus, una miseria, 80 euro, che vengono dati ad ogni Natale alle famiglie disagiate di Marsala. 80 euro: ormai non ci fai neanche la spesa per una settimana, ma meglio di un pugno in un occhio è. Ecco, quest’anno pare che i poveri di Marsala non avranno neanche la possibilità di farsi la spesa per il Santo Natale.
Il giornale che più ha contribuito alla mia formazione è stato un settimanale. Si chiamava “Cuore”. “Settimanale di resistenza umana” recitava l’occhiello. Ringrazio mio padre per molte cose, tra queste il fatto che ogni lunedì si presentava a casa con questo giornaletto verde, per il quale io impazzivo. Una volta, in piena polemica sull’immigrazione (era il 1991, che Paese immobile, eh..?) Cuore fece una cosa strepitosa. Ai tempi c’era Mike Bongiorno che faceva la reclame al prosciutto Rovagnati. E Cuore fece un titolo del tipo: “Siete poveri? Andate a casa di Mike Bongiorno, suonate il campanello e Mike vi regala un prosciutto”, pubblicando proprio l'indirizzo di casa Bongiorno. Successero un sacco di polemiche, perché la gente, gli immigrati, quelli senza fissa dimora e nulla da mangiare, andarono davvero a casa di Mike, per il prosciutto.
In mancanza di idee, in mancanza di politica, al Sindaco Alberto Di Girolamo potremmo suggerire in extremis la stessa cosa, dire ai poveri della città: i soldi quest'anno non ci sono. E se quelli si lamentano, stì cafoni, potrebbe aggiungere: "Citofonate a casa Cordaro. Lui, il mio consigliere Pino, vi spiegherà perchè. Vi abbraccerà, consolerà, magari si farà un giro di tombola insieme". Natale in casa Cordaro.
Giacomo Di Girolamo