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22/10/2015 06:20:00

Mafia. "Comprò voti per Doriana Licata". Comincia processo a Pietro Polizzi

 Davanti al Tribunale di Marsala (presidente del collegio: Sergio Gulotta) il processo che per voto di scambio politico-mafioso vede alla sbarra Pietro Luca Polizzi, 36 anni, di Campobello di Mazara, arrestato nell’operazione antimafia “Eden” (13 dicembre 2013) con altri presunti fiancheggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro. Dalle intercettazioni effettuate dai carabinieri del Ros sarebbero emersi pesanti condizionamenti delle campagne elettorali per comunali del 2011 a Campobello di Mazara e le regionali del 2012. Dalle indagini condotte dalla Dda è emerso che nei territori di Messina Denaro un voto costava cinquanta euro. E un pacchetto di 500 voti era in vendita anche con lo sconto, a 15 mila euro. “Duemila ora e tredicimila a cose fatte” spiegava Nicolò Polizzi, già condannato con l’abbreviato, al figlio Pietro Luca. “Tredicimila quando affaccia 'u santu”, ovvero quando il consigliere viene eletto. Le indagini su Polizzi junior riguardano due campagne elettorali. La prima per Angelina Tamburello, candidata per “Forza del Sud” alle comunali 2011 di Campobello, anche se lui aveva qualche perplessità. “Non piace a nessuno – diceva - questa secondo me non sale”. Ma l'impegno era stato chiesto ai Polizzi dall'imprenditore Aldo Licata, di cui Pietro Luca era dipendente (la Tamburello è cugina di Licata). Ma l’impegno maggiore fu per Doriana Licata, sorella di Aldo, candidata per il Mpa alle regionali 2012. Anche se il padre, Leonardo Licata, era stato uno dei fondatori di "Forza del Sud" di Gianfranco Micciché. Per l’approdo all’Ars, Polizzi junior avrebbe calcolato una “spesa” di circa 200 mila euro. Anche se non è chiaro se quella cifra fosse per comprare i voti o per le spese elettorali. In ogni caso, Doriana Licata non fu eletta (totalizzò 4.686 voti). A difendere Pietro Luca Polizzi è l’avvocato Antonella Moceri, che alla prossima udienza, il 4 novembre, darà “battaglia” al pm Carlo Marzella sulla richiesta di ammissione delle prove (testimonianze, intercettazioni, documenti). Così spiegava Pietro Polizzi alla madre: "Mi devono dare il numero di sezione e la scuola dove vanno a votare. Appena non spuntano, lo vedo. Non si può scappare. Non è che mi possono dire sì e poi non vanno a votare". I Polizzi sono personaggi di primo piano nella geografia del potere di Messina Denaro. Il padre è stato sorpreso a organizzare summit fra boss trapanesi e palermitani: il 7 settembre 2008, accolse a Campobello di Mazara Giuseppe Caiola, capo della famiglia di San Giuseppe Jato, Sandro Capizzi e Adelfio Giovanni, esponenti di rilievo di Villagrazia-Santa Maria di Gesù, Giuseppe Spera, capo di Belmonte Mezzagno, Gaspare Di Maggio, di San Cipirello. Tutti aspettavano una risposta da Messina Denaro per la ricostituzione della commissione provinciale di Palermo. Polizzi junior è stato invece sorpreso dalle intercettazioni mentre si vanta di avere accompagnato Messina Denaro a Catania.



Native | 2024-07-16 09:00:00
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