16.50 - Interviene anche il gruppo Pd in consiglio comunale con una nota a firma del capogruppo Antonio Vinci.
In merito alle recenti notizie di stampa riguardanti l'avviso di conclusione delle indagini notificato al consigliere Vito Cimiotta, per il presunto reato di voto di scambio, siamo certi che la magistratura farà il suo lavoro nel pieno delle sue funzioni e su questa riponiamo la massima fiducia per un operato celere, irreprensibile e fermo. Siamo convinti della serietà e correttezza del consigliere Cimiotta, che certamente saprà dimostrare la sua totale estreneità ai fatti che gli vengono contestati. Il PD è l'unico partito peraltro, nel panorama politico nazionale, ad applicare regole certe e severe per la scelte delle candidature e siamo certi che il profilo personale e politico del consigliere Cimiotta sia perfettamente compatibile con il il codice etico del nostro partito.
16.00 - "Ho fiducia nella magistratura, spero che Vito Cimiotta riesca a chiarire presto la sua posizione e mi auguro che non c'entri niente con questa vicenda", è quanto dichiara il sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo sulla conclusione delle indagini per voto di scambio nei confronti del consigliere Pd Vito Cimiotta. "Sono garantista. Siamo soltanto in fase di indagine - continua il sindaco - la nostra posizione è chiara, se c'è una condanna occorre dimettersi, ma al momento non c'è e spero per Cimiotta che non arriverà". Il sindaco è al momento ancora il segretario comunale del Partito democratico. Cimiotta, nella nota di oggi ha dichiarato che ha comunicare l'avviso di conclusione delle indagini alla segreteria del partito, ma il sindaco a Tp24 ha dichiarato di aver appreso tutto dalla stampa.
13,10 - "Con sorpresa e stupore ho appreso dell’indagine svolta a mio carico per l’asserito voto di scambio - queste le parole del consigliere comunale del Pd di Marsala, Vito Cimiotta, indagato dalla Procura - A parte l’assoluta fiducia che nutro nella giustizia, spero in una conclusione spedita del procedimento che possa chiarire la vicenda ed accertare la mia assoluta innocenza. Mi riesce difficile pensare alla ipotesi di una promessa di voto a due miei inseparabili amici fin dall’infanzia, che mi hanno accompagnato nell’avventura elettorale unitamente ai loro familiari. Nessun posto di lavoro è stato mai promesso in cambio del voto ad alcuno e tutto ciò sarà provato immediatamente, anche al fine di evitare un dibattimento basato su una notizia di reato infondata. Ad ogni buon conto ho già provveduto a comunicare l’avviso di conclusione indagini ricevuto alla segreteria del partito, pur ritenendomi totalmente estraneo ai fatti e consapevole e cosciente di avere condotto una campagna elettorale con massima trasparenza e dovuta correttezza, qualità queste, che mi provengono, tra l’altro dal ministero dell’Avvocatura da me esercitato".
12,00 - Un’autentica “bomba” giudiziaria scuote il mondo politico marsalese. Il consigliere comunale del Pd Vito Daniele Cimiotta è, infatti, indagato per voto di scambio. Al giovane avvocato penalista è stato già notificato l’avviso conclusioni indagini preliminari, atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. L’indagine, coordinata direttamente dal procuratore Alberto Di Pisa, è stata svolta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura marsalese. Dall’inchiesta sarebbe emerso che Cimiotta, poco prima delle recenti elezioni amministrative, avrebbe promesso un posto di lavoro nel bar dell’ospedale “Paolo Borsellino” a due disoccupati in cambio di voti per se e, pare, anche per il candidato sindaco Di Girolamo. Così avrebbero raccontato i due disoccupati agli inquirenti, che avrebbero raccolto anche altri riscontri oggettivi e testimoniali. Il sindaco Di Girolamo non è indagato. Nell’ambito dell’indagine su Cimiotta, che fu eletto con 587 preferenze (settimo dei consiglieri del Pd a Palazzo VII Aprile) sarebbe, inoltre, emerso un pericoloso legame con la società “Vivenda spa” di Roma, vincitrice dell’appalto indetto dall’Asp per la gestione del bar/punto ristoro dell’ospedale di Marsala (per altro, recentemente chiuso per “certificazione inizio attività incompleta”). La “Vivenda”, infatti, fa parte del Gruppo “La Cascina” di Roma, venuto alla ribalta in quanto oggetto di un’interdittiva antimafia da parte del Prefetto di Roma, Gabrielli, che ha deciso il commissariamento della rete di tali società cooperative in quanto quattro manager del Gruppo sono stati coinvolti nel secondo capitolo dell’indagine “Mafia Capitale”. Il decreto del prefetto Gabrielli cita due ordinanze della Procura capitolina: “…emerge che i soggetti indagati, operanti per conto delle società del Gruppo La Cascina, fossero perfettamente a conoscenza dell’organizzazione <Mafia Capitale> - organizzazione mafiosa che usa la corruzione per entrare nella politica e nell’economia - e ben introdotti nella stessa, considerati i reiterati rapporti con Salvatore Buzzi, con il quale, dal tenore delle intercettazioni telefoniche, si rileva un rapporto solidale di cointeressenze d’affari”. Di tutto ciò, comunque, Vito Cimiotta, difeso dall’avvocato Stefano Pellegrino, era molto probabilmente all’oscuro. D’altronde, la VIVENDA S.P.A. non ha avuto alcuna difficoltà ad infiltrarsi anche nella Polizia di Stato riuscendo a vincere gare d’appalto per il servizio di mensa in ben otto regioni, addirittura curando, nel settembre del 2014, la festa della Polizia di Stato nella Questura di Milano.