Signor Sindaco, credo che la nostra cara città stia attraversando uno dei momenti più bui della sua storia.
Alcamo è una città in declino!
Una pesante e lunga crisi economica coinvolge ogni settore della vita produttiva: agricoltura, artigianato, edilizia, commercio registrano ogni giorno chiusure e fallimenti.
Questa difficilissima situazione ha come corollario una drammatica questione sociale. Non c'è lavoro, la disoccupazione ha raggiunto livelli intollerabili non solamente fra i giovani ma anche tra i cinquantenni.
Sarebbe ingiusto ed ingeneroso attribuire a lei ed alla sua giunta responsabilità per questa crisi che ha ragioni strutturali profonde e complesse.
Se dobbiamo individuare delle colpe politiche, il nostro sguardo andrebbe rivolto all'Europa dell'austerità, ed all'indifferenza ed all'incapacità del governo nazionale e regionale.
Ma non posso non rilevare, la mancanza di qualsiasi atto, di qualsiasi iniziativa da parte sua volta a contrastare od ad alleviare questa lenta agonia, questo declino inesorabile che avvolge la nostra città.
Signor Sindaco, non io, ma la stragrande maggioranza delle cittadine e dei cittadini, registrano la sua inutilità.
Lei ha dimostrato di essere assolutamente inadeguato a svolgere il ruolo per il quale è stato eletto dai cittadini.
Guidare il Comune, non è come presiedere il Rotary od un club di servizio, richiede un impegno assiduo ed esclusivo, lei non ha garantito ne' l'uno ne' l'altro.
I suoi propositi di discontinuità rispetto al passato sono stati disattesi. Le sue promesse di cambiare verso non si sono mai realizzate.
Le ultime notizie riguardanti la sua affiliazione alla Massoneria sono disarmanti. E' giunto il momento di dire, finalmente, la verità.
Alla luce di queste amare considerazioni, la invito a rassegnare le dimissioni, a togliere il disturbo.
Forse, questo suo estremo atto di coraggio e di dignità, le eviterà di essere ricordato come uno dei peggiori sindaci che Alcamo abbia avuto nella sua storia recente.