Al porto di Trapani sono in dirittura d'arrivo due concessioni demaniali che potrebbero tracciarne il rilancio. Entrambe ruotano attorno all'area dei Cantieri Navali e con percorsi del tutto diversi potrebbero orientare il porto che verrà. Una riguarda l'inizio dei lavori di un appalto da quasi 5 milioni di euro, mentre l'altra è talmente importante da allarmare (fino ad annunciata querela) chiunque ne venga pubblicamente accostato.
L'appalto milionario che sta per partire è quello che interessa i lavori di ristrutturazione del bacino galleggiante che si trova all'interno dell'area dei Cantieri Navali.Il bacino galleggiante è un opera necessaria per il rilancio del mercato della cantieristica perchè consentirà di realizzare i tradizionali lavori di riparazione all'asciutto pur essendo sul mare. Un attività utile soprattutto per il rilancio dell'area demaniale dei Cantieri Navali. Proprio per questo l'inizio dei lavori era atteso da tempo. L'aggiudicazione definitiva dell'opera alla Metalmeccanica Agrigentina è nota dal maggio 2011 e nell'agosto 2014 si è venuti a conoscenza che l'azienda aggiudicataria - per realizzare i lavori - si servirà degli operai licenziati nel crack dei Cantieri Navali che nel frattempo ha interessato la Satin di Giuseppe D'Angelo.
La notizia era stata accolta con entusiasmo, ma in questo caso la notizia nella notizia riguarda l'ampio divario cronologico tra l'aggiudicazione della gara d'appalto e l'effettivo inizio dei lavori. Ed'è qui che si annidano i tempi di realizzazione di un opera pubblica. Infatti, in seguito all'esito della gara d'appalto, il provvedimento di aggiudicazione della Metalmeccanica Agrigentina è entrato all'interno di un procedimento amministrativo in seguito ad un ricorso della Satin, che aveva partecipato alla gara. Il Tar dopo aver vagliato l'intera documentazione aveva sospeso l'aggiudicazione, ma in seguito al fallimento della Satin, nel dicembre 2013, aveva interrotto il proprio giudizio dando metaforicamente il via all'iter burocratico utile all'inizio dei lavori.
Un percorso documentale articolato, rallentato ulteriormente dalla difficile acquisizione di alcuni pareri. Tra questi rientra quello di «assogettabilità ambientale», sul quale il Wwf, soltanto a cavallo fra il vecchio ed il nuovo anno, è riuscito ad esprimersi. Concluse le «conferenze di servizi» dunque, in questi giorni partirà la cantierizzazione dell'area, utile ad iniziare i lavori. La cantierizzazione dell'area riguarderà un suolo di 3000 mq di pertinenza demaniale (la restante parte dell'area fa capo alla Regione siciliana) e durerà almeno fino al 15 febbraio. Nel frattempo gli operai licenziati nel crack della Satin, hanno iniziato i colloqui con la Metalmeccanica Agrigentina che dovrebbe iniziare i lavori veri e proprio intorno ai primi di marzo. Adesso che realmente è tutto pronto per l'inizio dei lavori, l'attenzione si sposta su un altra gara, quella che riguarda la concessione dell'intera area dei Cantieri Navali, quella gestita - fino al fallimento - dalla Satin e per la quale da oltre due anni segue un iter di aggiudicazione. Una selezione che tiene in fibrillazione l'intero porto di Trapani. E non solo...
Marco Bova