La cosa è passata sotto silenzio. L'avesse fatta Silvio Berlusconi, avremmo avuto petizioni, comunicati stampa di sindacati, movimenti, magari di qualche associazione antimafia, titoli dei giornali, ashtag divertenti. L'ha fatta il governo Renzi, e pare stia bene a tutti. Si tratta di una sanatoria del gioco d'azzardo illegale in Italia, contenuta nelle pieghe dell'ultima legge di stabilità. Il tutto insieme ad una "marchetta", alla SISAL, la società concessionaria dei servizi di gioco a pagamento, fondata nel 1946.
La colpa ce l'ha il Superenalotto. Siccome vincere è quasi impossibile, con il tempo gli italiani si sono disinteressati al gioco. Ecco allora un emendamento, molto strano, alla legge che dispone che il ministero dell'Economia e delle Finanze possa ridurre il prelievo, aumentare il payout (e quindi l'appetibilità), i premi, gli importi giocabili e la frequenza delle estrazioni "per i concorsi che abbiano registrato un calo di almeno il 15% annuo nell'ultimo triennio". In pratica, il Superenalotto. Pertanto il governo ha pensato, per riavvicinare gli italiani, di aumentare la percentuale di vincita. Il che significa tutto e il suo contrario: da un lato potrebbe rivelarsi una mossa tale da invogliare i cittadini a giocare di più (con aumento delle entrate fiscali); dall'altro, se la mossa non fosse sufficiente, il risultato sarebbe di diminuire le già scarse entrate attuali, in quanto una fetta delle stesse finirebbe nelle tasche dei vincitori. Un'arma a doppio taglio, insomma.
Al di là della questione SISAL, l'emendamento contiene anche una sorta di sanatoria per i bar e i negozi che permettono il gioco senza concessione statale. In sostanza, a questi esercizi la legge permette la messa in regola in seguito al pagamento di una specie di penale, entro il 31 gennaio 2015. Sempre alla faccia di chi invece fa le cose in regola.
Giusto per dare qualche numero il fenomeno del gioco clandestino (che ricomprende anche le scommesse) si è sviluppato in maniera esponenziale negli ultimi dieci anni arrivando a contare un complessivo giro d'affari di circa 2 miliardi e mezzo all'anno, distribuiti su 7mila sale. Non così lontano dai 3,7 miliardi del circuito ufficiale.
Renzi premia così i centri-scommesse illegali. Quelli gestiti da operatori stranieri, sganciati dalla rete dei Monopoli, che offrono scommesse private vietate dalla Repubblica italiana. Si chiamano, tecnicamente, CTD (Centri Trasmissione Dati), che raccolgono scommesse senza possedere una licenza e senza pagare le tasse nel nostro Paese. Si è passati da una iniziale multa per accedere alla regolarizzazione, in prima stesura della Camera, ad un vergognoso sconto al Senato. In pratica con 10 mila euro ciascuno si regolarizzano le 7 mila agenzie di scommesse fantasma, con un ridicolo incasso per lo Stato di 70 milioni di euro. Si stima che i negozi in nero ogni anno evadono 500 milioni di euro di contributi fiscali. Bene, con questo emendamento, il governo Renzi fa una sanatoria coi fiocchi. Un bel condono che li garantisce per i prossimi due anni. Altro che multe. Con appena 10mila euro (da pagare tramite modello F24) sono a posto fino al 2016....
E non finisce qui. Sono stati cancellati due commi della legge che prevedevano l’aumento del 4% della tassazione sulle slot e videolottery: se si considera che il raccolto su questi specifici giochi è di circa 45 miliardi annui, rinunciando a questo aumento delle entrate, lo Stato rinuncia ad incassare un miliardo e ottocento milioni in favore delle concessionarie.