La Lega Navale ci ricasca. Dopo Mazara, un altro caso che rischia di mettere in cattiva luce l’associazione che, per statuto, dovrebbe tutelare l’ambiente e le coste, agita in queste ultime settimane Favignana.
A Mazara ricordiamo, la Lega Navale è finita nell’occhio del ciclone per aver ospitato addirittura una riunione di un comitato dei proprietari di case abusive - e insanabili - costruite entro 150 metri dalla costa, quelle case, cioè, che hanno contribuito a devastare le coste siciliane, a Mazara come altrove. Lo skipper Giovanni Calandrino, inoltre, in più occasioni, ha fatto notare come, sempre a Mazara “la Lega Navale insiste su un’area denominata “banchina turistica El Idrisi”, un’area pubblica per la quale da alcuni anni si aspetta che venga bandita dalla Regione una regolare gara di appalto per aggiudicarne la concessione poiché la stessa area è stata costruita con sei miliardi delle vecchie lire, soldi di tutti noi cittadini contribuenti”.
E ora, veniamo a Favignana.
Estrapoliamo dal sito istituzionale della Lega Navale Italiana alcuni principi fondativi… : “La Lega Navale Italiana ha lo scopo di diffondere nel popolo italiano, in particolare fra i giovani, l'amore per il mare, lo spirito marinaro e la conoscenza dei problemi marittimi” e poi ancora: “La Lega Navale Italiana favorisce la tutela dell'ambiente marino e delle acque interne e sviluppa le iniziative promozionali, culturali, naturalistiche, sportive e didattiche idonee al conseguimento degli scopi dell'associazione”. La sua figura rappresentativa è esercitata tramite una "Delegazione" che, secondo regolamento, dovrebbe avere come soci da un minimo di 25 ad un massimo di 50 tesserati “residenti” (Statuto naz. Della LNI Capo V Art. 21 comma 2 sub b). E già qui i primi dubbi cominciano a nascere: nella Delegazione di Favignana esistono dai 25 ai 50 ‘residenti’ tesserati?
Ma la questione più rilevante è un'altra: se questi sono i principi fondativi, allora perchè a Favignana la Lage Navale Italia , invece di perseguire la mission dell’associazione, si occupa di richiedere demanio marittimo per svolgervi attività palesemente commerciali?
Questa convinzione nasce alla luce della recente concessione demaniale di ben 7.674,00 mq in zona Cala Fumere, che la delegazione di Favignana della LNI ha ottenuto dalla Regione.
Il sospetto è lecito: questa attività non si configuri con le fattispecie di una associazione senza scopo di lucro, una onlus.
La LNI viene riconosciuta e accreditata dal Ministero dell’Ambiente tra le associazioni ambientaliste italiane per avere come presupposto la "promozione di iniziative di protezione ambientale ... la conservazione ed il recupero delle condizioni ambientali conformi agli interessi fondamentali della collettività ed alla qualità della vita, nonché la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale nazionale e la difesa delle risorse naturali dall'inquinamento".
Appare evidente che c’è qualche contraddizione tra la mission istituzionale della LNI di Favignana e le sue aspirazioni a dir poco imprenditoriali, come dimostra un video promozionale caricato su YouTube e già cancellato dopo le prime polemiche, ma che noi abbiamo recuperato. Eccolo, lo potete vedere cliccando qui, o accanto questo articolo. Cosa c’entrano un’area Lounge, un bar, differenti solarium, una catenaria per attracco di imbarcazioni, dove imbarcazioni non ve ne sono mai state perché quel luogo è da sempre stato utilizzato dai cittadini favignanesi residenti come luogo per farsi i bagni estivi? Cosa c’entra con la conservazione della natura una copertura in legno, estesa più di mille metri quadrati che andrebbe a distruggere la flora di quel luogo, compresa la rara e protetta Calendula Marittima (che fiorisce in luglio) e altre specie protette come la Salicornia? Cosa c’entrano i grandi eventi pubblicizzati con i principi dell’associazionismo, la promozione e utilità sociale, questi ultimi estrapolati sempre dallo statuto nazionale della LNI?
Inoltre è strano che il casotto di Cala Fumere, che è nella proprietà della famiglia Parodi (che ha infatti presentato denuncia) sia stato concesso alla LNI di Favignana come se fosse demanio.
Quella sede non è la sede di una associazione che ha uno scopo sociale senza fini di lucro, ma una vera e propria azienda che sotto il pagamento di un bassissimo canone corrisposto alla Regione (indicativamente dalle 3 alle 4 mila euro annue) otterrà un ritorno in termini di aggio commerciale ed economico fuori dalla norma che regola le onlus.
La Lega Navale Italiana dovrebbe essere al fianco della comunità egadina, una comunità che sta lottando per la non privatizzazione delle sue coste; cosa che già è accaduta in troppi luoghi d'Italia e che ha portato un grosso disagio sociale e ambientale. Dovrebbe lottare con la popolazione di Favignana per ottenere il Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo (PUDM), già votato dal consiglio comunale di Favignana più di due anni fa , ma mai adottato dalla Regione Sicilia. Perchè senza regole accade di tutto. E a fare affari sono i soliti noti.
Della vicenda del PUDM se ne è occupato anche il periodico on line Dovatu (qui l'articolo). L’Amministrazione Comunale delle Egadi ha richiesto un' audizione alla 4^ Commissione dell’Assemblea Regionale Siciliana “Ambiente e Territorio”, per discutere in maniera dettagliata dell’utilizzo del Demanio Marittimo e delle concessioni rilasciate, e in fase di rilascio, da parte degli uffici dell’Assessorato Territorio ed Ambiente. Il circolo di Legambiente, poi, denuncia già dal 2009 "l’eccessivo numero di richieste di utilizzo del demanio marittimo e terrestre sull’isola di Favignana da parte di soggetti privati per l’istallazioni di bar, ristoranti, solarium, catenarie, e pontili galleggianti". Nel 2009 il consiglio comunale votà una sorta di "moratoria" per bloccare le concessioni nell'isola, nel 2012 approvò il PUDM, che da due anni non è stato ancora recepito dalla Regione. Come mai? Nel frattempo vengono rilasciate concessioni senza alcuna concertazione con il Comune da parte del Servizio Demanio Marittimo della Regione Siciliana. Nel 30% del territorio di Favignana ( il restante 70% è interessato da dissesto idrogeologico, dove non si potrebbe comunque far nulla) vi sono talmente tanti interessi economici, che già nel 2008 si accavallavano più di 80 richieste di concessioni demaniali. I casi ormai registrati sono tanti. Nel 2009 improvvisamente una parte di litorale dei Calamonaci a Favignana è stata transennata per la realizzazione di un chiosco con bar e ristorante, più solarium, chiudendo alla libera fruizione una delle poche spiagge frequentabili dai bimbi per la presenza di sabbia. In zona archeologica scalo Cavallo, catalogata zona rossa dalla soprintendenza ai beni culturali per la presenza di una necropoli della tarda età del bronzo, volevano realizzare una discoteca, solarium, bar e ristorante. Nel porticciolo storico di Punta Longa, dove vi è la più grossa flotta di imbarcazioni da pesca di Favignana, una società voleva l’intero porticciolo per la realizzazione di una catenaria e campo boe, di fatto sbattendo fuori i pescatori. E ancora, c'è la richiesta dell’intero porticciolo dello scalo nuovo a Marettimo, che priverebbe di fatto agli stessi abitanti dell’isola di Marettimo, che nel periodo estivo lavorano con la piccola pesca artigianale e i giri dell’isola, dell’utilizzo dell’unico riparo per le loro imbarcazioni. Nel porto di Favignana sono numerose le richieste di banchine e messa in posa di pontili galleggianti e catenarie, talmente tante che si accavallerebbero l’una con l’altra creando seri rischi di sicurezza alla navigazione. Non ultima, è stata fatta la richiesta di un’area demaniale estesa 14.400,00 mq davanti lo stabilimento Florio.
L’indirizzo della Regione Siciliana in questo momento è fare cassa, quindi concedere il demanio, ma mettendo a rischio lo sviluppo dell'isola. La Lega Navale da che parte sta?