Continua l'inchiesta di www.tp24.it sui misteri dietro la realizzazione del nuovo tribunale di Marsala. A progettare la mastodontica opera (diversi corpi di fabbrica distribuiti su un'area di circa 13 mila metri quadrati tra le vie del Fante e Gramsci, laddove c'era il fallito stabilimento vinicolo Mirabella) sono stati i tecnici del pool di imprese (un'ati di Brolo composta da Iride, capogruppo, Itaca, Airtemp Division e Corimar) che nell'aprile del 2005 si aggiudicò l'appalto con un ribasso del 31,32% sulla base d'asta di 8 milioni e 192 mila euro. La procedura dell'appalto integrato fu seguita dall'amministrazione Galfano per evitare possibili contenziosi (revisione prezzi, etc.). Il progetto esecutivo, nel giugno 2007, fu approvato dalla giunta Carini. Costo complessivo dell'opera: 13 milioni e 570 mila euro. Con un finanziamento di 10 milioni e 700 mila euro del ministero della Giustizia, un mutuo della Cassa Depositi e Prestiti (un milione e 955 mila euro) e fondi comunali (850 mila euro). www.tp24.it ha scoperto che ci sono alcuni problemi nella realizzazione del Tribunale, che impediscono, di fatto, il trasferimento degli uffici.
“Il progetto del nuovo Tribunale di Marsala è stato esaminato ed approvato da tutti gli organi competenti in materia in fase di conferenza di servizi. Il Comune di Marsala non ha redatto il progetto, è stato fatto dall’impresa esecutrice”. Questa la replica del dirigente del settore Grandi Opere del Comune di Marsala, l’ingegnere Gianfranco D’Orazio, a proposito del nuovo Palazzo di Giustizia e dell'inchiesta di www.tp24.it che ha fatto luce su un nuovo possibile caso di spreco di denaro pubblico a Marsala. “Abbiamo eseguito il progetto esecutivo, ma non è stato redatto dal Comune” dice D’Orazio togliendo ventuali responsabilità all’ente circa i pasticci che riguardano la struttura.
“Inadeguatezze”, sono state chiamate da alcuni addetti ai lavori del tribunale, che non renderebbero “funzionale” la nuova struttura per alcune parti. In particolare per le aule di udienza penale.
E’ pronto, però, il nuovo tribunale di Marsala. Una struttura molto più grande dell’attuale palazzo di Giustizia di Piazza Borsellino, che deve ospitare procura, ufficio del gip, tribunale, cancellerie e archivi. Una struttura nuova di zecca, costata 14 milioni di euro, buona parte messi dal ministero della Giustizia. Ma ancora non avviene il trasferimento dalla vecchia struttura.
Gli ultimi due presidenti del Tribunale, D’Angelo e Natoli, hanno sollevato alcune perplessità al progetto del nuovo palazzo di giustizia che riguardano le aule di udienza penale, con dei pilastri in mezzo che non consentirebbero il “controllo” da parte dei giudici. Poi, l’attuale presidente del Tribunale, Gioacchino Natoli, dopo un sopralluogo non sarebbe rimasto soddisfatto per la mancanza di un percorso di sicurezza per i detenuti che devono presenziare ai processi, o per la scarsa illuminazione di alcune stanze dove dovrebbero lavorare i magistrati. Da qui lo stop al trasferimento.
Non sono dello stesso parere gli avvocati che si dicono pronti a trasferirsi nella nuova struttura. “Mi sembra uno stop pretestuoso. Le colonne in mezzo all’aula non limiterebbero il lavoro, non portano ostacolo. Anzi rendono il tutto più solenne, più aulico”, dichiara l’avvocato Diego Tranchida, presidente della Camera Penale di Marsala. “L’abbiamo detto al presidente Natoli che siamo favorevoli al trasferimento del tribunale, seppur in modo graduale - continua Tranchida - . Non vedo elementi ostativi per cominciare a utilizzare la nuova struttura. So che il presidente ha ravvisato qualche problema logistico che riguarderebbe il suo ufficio. Spesso ha delle prese di posizione che non condividiamo. Ma tutto si può risolvere”.
L’iter amministrativo è cominciato nel 2003, e si è concluso nel 2007. I pilastri incriminati sarebbero nati perchè inizialmente si pensava di fare un piano in più. Durante la conferenza di servizi sono stati recepiti i pareri di tutti i soggetti interessati, dalla Procura all’ufficio Gip, all’allora presidente del tribunale, De Simone, agli avvocati. “Sono state soddisfatte le esigenze di tutti - spiega D’Orazio - e per farlo è stata affrontata una spesa di 200 mila euro in più del previsto”. Poi il progetto è diventato esecutivo. Erano stati chiesti anche ulteriori 700 mila euro al ministero della Giustizia, che non sono stati dati.
E, secondo voci di corridoio, alcuni difetti sarebbero stati risolti in corso d’opera. Voci, di questo si tratta. Perchè il tribunale è chiuso, ovviamente, impossibile accedere. Il Comune sostiene che è tutto a posto, l'amministrazione del tribunale no.Poco prima di concludere il suo mandato, l'ex Sindaco Renzo Carini mandò una relazione (era il 9 Maggio del 2012) al Ministero della Giustizia, ed anche al presidente del Tribunale Natoli dove scriveva che "le criticità evidenziate sono state risolte". E allora perché si ritiene ancora inadeguata questa opera? Per questo la redazione di www.tp24.it ha chiesto di poter visitare la struttura, per capire cosa va e cosa non va nell’edificio, e perchè un’opera così importante ancora non viene messa in funzione. Il trasferimento di tutta l’attività giudiziaria risolverebbe molti problemi. Innanzitutto di spazio, la struttura è molto più grande dell’attuale palazzo di giustizia. Quest’ultimo poi si appoggia al Palazzo Halley, il palazzo di vetro adiacente al Tribunale in piazza Borsellino (sede di uffici amministrativi e di polizia giudiziaria) che è in affitto, non ha vie di fuga sicure, e ci diversi problemi di sicurezza. Poi si libererebbe il posto per l’Itc Garibaldi. Gli studenti da anni chiedono una nuova scuola, e visto che il nuovo palazzo di giustizia è pronto hanno chiesto di poter andare in Piazza Borsellino una volta completato il trasferimento.
Trasferimento che potrebbe essere fatto in poco tempo. Perchè serve davvero un niente per mettere in funzione la nuova struttura, che ha già avuto il collaudo strutturale. Manca l’installazione della cabina Enel e l’interramento di cavi elettrici all’ingresso principale.. Poi una “spolverata” generale e il gioco sarebbe fatto.
Sulla vicenda intanto interviene la Cisl di Marsala: «Non sono bastati sei anni per consegnare il nuovo Palazzo di giustizia. E accanto al ritardo, che continua a procurare agli operatori del settore disagio materiale e comprensibile insofferenza, la notizia che la nuova struttura presenta inconvenienti logistici e grossolani errori di progettazione». «Pare che si dovranno rifare - continua il documento della Cisl - a causa di imperizia tecnica, alcuni ambienti, onde rendere efficiente e agibile il complesso. Se la struttura non permette il pieno trasferimento, ci si chiede se sono in corso accertamenti per individuare responsabilità dirette e indirette. Né si può pensare che un'opera di tale funzione si affianchi ad altre ben note incompiute cittadine». Il sindacato chiede, poi, se le problematiche possono essere risolte e se sono state quantificate le spese. E queste ultime da chi devono essere sostenute. «È sicuro - conclude il segretario locale della Cisl - che non si possono scaricare, attraverso l'antica e in questo caso codarda leva delle tassazioni, sui cittadini negligenze e incompetenze altrui. Almeno fino a quando la Giustizia rimarrà l'ago della bilancia per il corretto funzionamento delle Istituzioni e della convivenza civile».
L’opera - lo ricordiamo ancora una volta - è costata circa 14 milioni di euro, di cui 10,7 milioni messi dal Ministero della Giustizia e 2,8 milioni dal Comune di Marsala. Un progetto realizzato da un'A.T.I. composta Iride , e dall'Itaca, Airtemp Division e Co.ri.mar.. La direzione dei lavori, nel 2008, è stata affidata a una R.T.I. formata da Politecnica Ingegneria ed Architettura Soc. Coop. a.r.l.(c.g.), con Well Tech s.r.l. e con Houses & Lands Engineering s.r.l., con sede legale a Modena per circa 375 mila euro.