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30/09/2014 06:35:00

Quale futuro per Trapani Birgi? Oggi assemblea degli operatori turistici

All'aeroporto di Trapani Ryanair sta riducendo la sua presenza e il numero di voli operati. Il perchè è presto detto: i 24 Comuni del Trapanese non sono in gradi di onorare l'oneroso contratto da due milioni di euro l'anno (per la sola quota che riguarda gli enti locali) voluto da Ryanair per non andare via. Contemporaneamente, altri segnali allarmanti arrivano da Trapani, dove ha chiuso al porto l'ufficio di ispezione frontaliera, girano voci sempre più insistenti di un accorpamento dell'autoritàportuale con quella di Palermo, e le navi da crociera - vera e propria manna per il centro storico della città - cominciano a "mancare" qualche appuntamento. Per capire cosa sta succedendo, lanciare un appello a politici e amministratori, fare sentire la voce del comparto, imprenditori del settore turistico - alberghiero della provincia di Trapani si sono dati appuntamento in una sala ricevimenti a metà tra Trapani e Marsala (Rocche Draele, oggi, ore 17.00) per capire insieme il da farsi. Perchè qualcosa non va, e bisogna intervenire. Indiziato numero uno è il Presidente della Regione Rosario Crocetta. Il sospetto, reso pubblico dalle parole del Sindaco di Erice, Giacomo Tranchida è che Crocetta valorizzi le infrastrutture della sua zona (Comiso, Gela, la Sicilia Sud Orientale) a scapito della Sicilia Occidentale. La Regione ha comprato le quote dell'Airgest, la società che gestisce lo scalo di Trapani - Birgi, dalla disciolta Provincia di Trapani, ed è azionista di maggioranza, ma non ha ancora risposto agli appelli dei Sindaci del territorio di contribuire attivamente al mantenimento del rapporto con Ryanair. Crocetta, dal canto suo, proprio sabato ha parlato del futuro degli aeroporti di Comiso e Trapani, chiamando in causa il governo. «È venuto il momento - ha detto - che una parte dello Stato riveda i suoi comportamenti nei confronti della Sicilia. Mi sono già messo in contatto con il Ministro dei Trasporti Lupi per affrontare i problemi di Comiso e Trapani, dicendo con chiarezza che due strutture così importanti non possono essere ignorate e che è venuto il momento di cambiare verso». C'è da capire quali gesti concreti faranno seguito a queste parole.  Di questo parleranno oggi imprenditori, commercianti e professionisti, convocati dal movimento "Turismo e Territorio", che da due anni cerca di dare voce ad un comparto in verità poco unito sulle questioni che più direttamente riguardano lo sviluppo turistico della Sicilia Occidentale. La paura, grande, è che Ryanair, che già ha diminuito i voli in vista della prossima estate 2015, possa ancora diminuire i voli della prossima stagione 2015/2016. Fino a poco tempo fa Ryanair teneva a Trapani Birg tre aeromobili, adesso sono due, presto potrebbe rimanerne uno solo. E' per questo che il  movimento organizza un'iniziativa che viene definita «di sensibilizzazione : una grande assemblea popolare aperta a cittadini, imprenditori, lavoratori e operatori turistici». Lo scopo è redigere un documento che contenga richieste e proposte concrete da sottoporre entro il mese di ottobre al governatore Crocetta e magari lanciare anche un ultimatum, minacciando una serrata. «L'incertezza e l'immobilismo uccidono le prospettive di sviluppo del territorio - dichiara il portavoce del movimento, Fabio Di Bono - .  Basta con il silenzio dell'Airgest e della Regione azionista di maggioranza, il governo regionale deve ai cittadini una spiegazione su cosa intende fare dello scalo di Birgi». Questo per quanto riguarda l'aeroporto. E la situazione al porto di Trapni, invece?  «La situazione del porto - risponde Di Bono - ha subito un importante ridimensionamento con la cancellazione delle tratte con Tunisi, Livorno e Cagliari e rischia di finire nelle mani dell'autorità portuale di Palermo». Queste due emergenze, si aggiungono ai problemi del territorio  come la linea ferroviaria Palermo-Trapani da oltre un anno totalmente inagibile, o i collegamenti via terra tra l'aeroporto di Palermo e le località del Trapanese che sono sono ampiamente sottodimensionati rispetto alle attuali esigenze del turismo.



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