La Procura di Marsala aveva chiesto per lui gli arresti domiciliari. Il gip, però, concede una misura meno afflittiva (divieto di dimora nel Comune di Mazara) e lui decide di scontarla sul proprio yacht ormeggiato nel porticciolo turistico di Marsala. Proprio quando inizia l’estate. Protagonista della vicenda è Vito Signorello, 46 anni, imprenditore, di Mazara, accusato di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, pre e post fallimentare. Signorello, conosciuto come Vito ‘’Paparedda’’, è il legale rappresentante della ‘’Oasi Mare srl’’, dichiarata fallita dal Tribunale di Marsala nel marzo 2012. La società è proprietaria del lussuoso ‘’Hotel Visir’’ di Mazara, un 4 stelle “superior” realizzato nei pressi della località balneare di Tonnarella il cui prezzo per una camera è di oltre 250 euro a notte. Il ‘’buco’’ economico della società fallita è stato stimato dagli inquirenti in oltre sette milioni di euro. Signorello avrebbe falsificato i libri e le scritture contabili della Oasi Mare con diversi espedienti contabili (saldo cassa negativo, differenze tra saldi bancari effettivi e contabilità, doppia registrazione di fatture passive, assegni tratti su conti correnti di altre società a lui riconducibili ma con timbro di traenza di diversa società). Tutto ciò a danno dei creditori. In concorso con Gabriele Genna, anch’egli indagato per bancarotta, avrebbe inoltre occultato o distratto dalla procedura fallimentare della Oasi Mare somme provento dell’attività imprenditoriale della ‘’Relax and Glamour srl’’, la società che attualmente gestisce, in locazione, l’Hotel Visir. A condurre l’indagine, coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa e dal sostituto Anna Sessa, è stata la sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala. A Mazara, Signorello gestisce anche il ‘’Greta hotel’’ con annesso distributore di carburanti. Inizialmente, nel 2005, la Oasi Mare era di proprietà della Sea Touring srl, in cui, oltre al Signorello, vi era Nunzio Villari, genero dell’ex sindaco di Mazara Ignazio Giacalone, che nel 1993 fu arrestato insieme ai vertici dell’IBS di Marsala (il defunto Benedetto Tumbarello, Baldassare Scimemi e Vittorio Ruggieri) per la vicenda dei fondi post terremoto 1981 concessi al Comune di Mazara (180 miliardi di lire) sui cui interessi la banca marsalese avrebbe lucrato oltre il dovuto. L’esecuzione della misura cautelare per Signorello giunge a termine di una lunga e certosina attività investigativa finalizzata al contrasto e alla repressione di reati economici e in particolare nello specifico settore fallimentare proprio in un momento di grave crisi economica che sta attraversando l’intero Paese. E su questo fronte, i risultati ottenuti negli ultimi anni dalle Fiamme Gialle della Procura marsalese sono di assoluto rilievo. Ai raggi x, infatti, sono stati posti reati particolarmente insidiosi, soprattutto in un territorio nel cui tessuto sociale dilagano sia la criminalità organizzata che quella comune.