Diciamo la verità. Era nell’aria, si percepiva a naso che qualcosa non filava per il verso giusto. La nave, pur apparendo il mare sereno, non lasciava il porto. Il quarto ufficiale tardava a salire a bordo. La nomina dei soli tre assessori da parte del neo sindaco Domenico Venuti, mentre restava vuota la casella riservata all’alleato “Art.4”, impediva al capitano di dare l’ordine del “mollare le cime!”. Trascorsi quasi due settimane, ogni giorno che passava, senza avere una giunta al completo e, di conseguenza, un Consiglio Comunale operativo, rendeva la situazione imbarazzante per tutti. E anche incomprensibile all’opinione pubblica più attenta. Uno stallo che, in casa della maggioranza creava non poca tensione. Per correre ai rimedi, alla fine, hanno tenuto necessario un summit a Palermo. Dall’incontro tra i dirigenti del PD e l’onorevole regionale Leanza, leader di “Art. 4”, è venuta fuori nella tarda serata di mercoledì, una decisione tampone. Nel senso letterale del termine. Con il ritorno allo stato ante, cioè. Ripescando, in altre parole, il nominativo indicato come assessore fin dal primo momento. L’escamotage dovrebbe servire, per l’immediato, a chiudere la falla e consentire alla nave di salpare per raggiungere presto il mare aperto delle realizzazioni che la città attende. Sarà, quindi, Francesco Todaro, coordinatore provinciale dello stesso movimento, il quarto uomo in giunta. Dovrebbe avere anche la delega di vice-sindaco. Un passo indietro di Venuti, che questa delega avrebbe voluto utilizzare, di volta in volta, quando se ne fosse ravvisata la necessità. Tutto appianato, quindi? Solo apparentemente. La nomina del docente originario di Calatafimi Todaro infatti è solo temporanea. Ci chiediamo con quale stato d’animo potrà lavorare, sapendo di essere un precario e che potrebbe lasciare dal momento all’altro. Una soluzione che solo superficialmente ha il sapore del compromesso. In realtà si tratta di un vero e proprio stop imposto dal coordinatore comunale di “Art. 4” Enzo Lo Castro. Un avvertimento lanciato sia al neo sindaco, sia agli alleati della maggioranza. “Lo sappiano”- mi ha ribadito, tradendo un certo nervosismo- “non mi piacciono i discorsi fatti dentro i bar, i conciliaboli dentro le macchine, le trattative di corridoio!” Quindi non entrate in giunta? gli chiedo. “Non siamo qui per dividere cariche, ma per sederci ad un tavolo con pari dignità. Non siamo stati convocati, fino ad oggi, per discutere sul da farsi per il bene di Salemi”. Il nominativo di Francesco Todaro serve solo per mettere la palla al centro, per riprendere la discussione? “E’ solo un modo per dire che non accettiamo il criterio, il metodo fino ad oggi seguito. Non ci interessano i nomi e le spartizioni da seconda repubblica. Non ho nulla contro i nomi fatti. Ma avrei voluto che si cominciasse dai contenuti. Se il nuovo è questo, preferisco il vecchio.” Un linguaggio, il suo, come si vede, che può apparire ruvido o tardivo, a seconda dei punti di vista, ma che non pecca però di chiarezza. Sempre fedele a se stesso Enzo Lo Castro, non è solo un politico di razza. Sulla breccia fin dai tempi della Prima Repubblica, caratterialmente è anche un tipo tosto e professionalmente un abile imprenditore, conosciuto oltre i confini provinciali. Quando regnavano i viceré Salvo in Sicilia, fece parte di un movimento cittadino, battezzato dalla gente con il pittoresco nome di “Patruzzi” ( il riferimento era ai Padri Missionari che, di ritorno da Gerusalemme, avevano riempito negli anni cinquanta le piazze, predicando il ritorno alle origini del cristianesimo). Rompendo con la Dc locale del tempo, rivendicarono un ritorno alle origini del partito e la “liberazione” dallo strapotere dei due cugini. Un successo. Alle elezioni comunali del 1971 conquistando quattro consiglieri, contribuirono a mandare la Dc all’opposizione e alla formazione di una giunta con il Pci e il Psi. Il primo centro-sinistra in provincia. E Lo Castro fu un protagonista di quella stagione. Nella passata amministrazione, da assessore, entrò in rotta di collisione, dopo qualche mese, anche con Sgarbi. Questo dunque il personaggio. I prossimi giorni o mesi ci diranno come evolveranno gli eventi. Intanto, il primo consiglio comunale dovrebbe tenersi verso la fine del mese, forse il 23 Giugno. Tempi lunghi, che ci appaiono incomprensibili.
Intanto il sindaco Domenico Venuti martedì scorso ha avuto il suo primo incontro istituzionale, ricevendo presso i locali del Castello, il segretario generale della Camera di Commercio Indiana per l'Italia Dr. Sergio Sgambato. Dovrebbe essere l'inizio di un dialogo, suggellato ufficialmente a Palazzo d'Orleans, con l'assessorato regionale delle Attività Produttive guidato dall'Assessore, D.ssa Linda Vancheri. Si tratta del tentativo d’incentivare il processo di internazionalizzazione delle imprese che operano sul territorio, già iniziato nei giorni scorsi con l'inserimento delle stesse nel percorso EXPO 2015 della regione.
All'incontro di Salemi hanno partecipato alcuni imprenditori locali. che hanno posto sul tappeto le difficoltà che potrebbero incontrare nell’approcciarsi al difficile e immenso mercato indiano. Interrogativi a cui solo in parte ha dato una risposte certe Dr. Sgambato. Ha solo precisato che sono argomenti che sono in fase ancora di discussione tra la ICCI, la Camera del Commercio Indiana e quella europea.
"L'auspicio - dichiara il Sindaco Venuti - é quello che tutti riusciremo a trarre vantaggio da queste iniziative, che incrementeremo in futuro - tracciando un percorso che accompagnerà Salemi e le sue attività imprenditoriali verso l'internazionalizzazione ed Expo2015".
In riferimento ad un nostro precedente articolo, il segretario della locale sezione del Pd e ora anche consigliere comunale Giuseppe Vultaggio ci ha inviato una nota in cui precisa che “ all'interno del Partito Democratico di Salemi non esistono né minoranze né maggioranze ma diversi punti di vista che sono, comunque, riconducibili ad un unico progetto per il bene comune del paese. Mi pregio di essere il segretario di un partito unito che ha ottenuto un risultato eccellente alle elezioni e che si appresta a governare la città in modo serio e responsabile. Non esistono divisioni né tantomeno velleità personali e credo che certi chiacchiericci di piazza non informano la gente ma seminano confusione tra i cittadini che pretendono chiarezza e trasparenza.” Nel prenderne atto, precisiamo da parte nostra che l’esistenza di una maggioranza e di una minoranza non lo riteniamo un fenomeno negativo, tutt’altro. In ogni caso, non c’era da parte nostra alcun tentativo di volere denigrare il Pd. Cosa, a cui non siamo affatto interessati. Del resto erano stati alcuni dirigenti del partito a riferircelo. E poi, esistendo a livello provinciale, regionale e nazionale, sarebbe alquanto strano che fossero assenti solo nel partito salemitano.
Franco Lo Re