Macchinari nuovi, incelofanati e tenuti nei sottoscala degli ospedali pubblici. Tutto a vantaggio delle cliniche di diagnostica privata. E’ quello che emerge facendo un giro per gli ospedali siciliani e dallo studio effettuato dal sindacato nazionale Radiologi (Fassid Snr).
Tac e mammografi nuovi e mai utilizzati, o accesi soltanto per pochissime ore. Le macchine per la diagnostica a disposizione delle Asp e degli ospedali siciliani sono 140, ma soltanto un terzo lavora a pieno regime, ossia h24 come dovrebbero fare in base ai decreti assessoriali che li autorizzano.
Il risultato è che negli ospedali e nelle Asp per una radiografia ci sono liste d’attesa interminabili. Mentre i centri privati convenzionati ci guadagnano e fatturano più delle aziende pubbliche. Qual è la provincia in cui i privati guadagnano di più? Quella di Trapani. Qui (in testa alla graduatoria assieme alla provincia di Enna) il privato occupa l’80% del mercato della diagnostica: 111 mila prestazioni per un valore di 6,2 milioni di euro contro 29 mila prestazioni da 1,5 milioni delle strutture pubbliche. Per la precisione le percentuali sono di 80,38% di prestazioni diagnostiche nelle cliniche private contro il 19,62% dei centri pubblici.
Sono dati del 2013 elaborati dal sindacato dei radiologi. In Sicilia le 15 strutture private convenzionate con il servizio sanitario hanno fatturato, lo scorso anno, qualcosa come 76 milioni 844 mila euro su un milione 440 mila prestazioni di Radiologia e Medicina nucleare. Il pubblico? Quasi 60 milioni di euro il fatturato con un milione 378 mila esami.
La provincia di Trapani, come dicevamo, è quella che “vanta” il maggior divario tra prestazioni radiologiche nei centri privati convenzionati e nelle strutture pubbliche. Basta pensare che l’Azienda sanitaria provinciale di Trapani ha in dotazione soltanto 24 macchinari per la diagnostica: 9 Rx tradizionali, 4 Tac, 2 risonanze magnetiche, 1 Angiografo, 4 mammografie, 4 ecografi.
E pensare che negli ultimi anni in Sicilia sono piovuti milioni e milioni di euro da fondi europei (quelli del Po Fesr 2007-2013) per potenziare il parco macchine di diagnostica siciliana. Infatti grazie ai 120 milioni arrivati dall’Ue sono state acquistate 130 macchine per radioterapie, Pet per la diagnosi di micro tumori, Tac, risonanze magnetiche, mammografi, angiografi e altro. Le macchine non mancano, insomma, in Sicilia. Ce ne sono 630 nella aziende pubbliche. Eppure molte di queste non vengono utilizzate, o rimangono ancora imballate. Il risultato è che le liste d’attesa si allungano anche perché manca il personale. Siamo fermi al 50% del fabbisogno di personale necessario per mettere in moto tutte le macchine in magazzino. Intanto la gente muore per diagnosi che non arrivano in tempo, la spesa pubblica aumenta per esami inutili, e i privati si arricchiscono.