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17/02/2014 06:45:00

Marsala, la guerra di San Teodoro. "Sono i camion della Sosalt a non avere autorizzazione"

Le istituzioni si sono compromesse. Noi non abbiamo denunciato mai nessuno, siamo stati anzi denunciati, ma, alla fine, stiamo avendo ragione”. Parole di Ombretta Nizza e Giuseppe De Vita la coppia che gestisce il lido di San Teodoro, a Marsala, di fronte l’Isola Lunga, che chiude la laguna dello Stagnone. Uno specchio di mare incantato, eppure al centro di tante battaglie. Oggi il lido di Nizza e del marito De Vita è sequestrato. Ma i due hanno messo a segno un punto importante a loro favore. Sono stati infatti assolti dall’accusa di estorsione nei confronti degli autisti dei camion che ogni giorno passavano da lì per trasportare il sale dall’Isola Lunga alla terraferma. Già, perchè gli interessi, su quel tratto di mare sono tanti. Ci sono i De Vita che hanno la concessione per il lido (la concessione è per l’installazione ed il mantenimento tutto l’anno di un pontile e di un solarium, con passerella, e il posizionamento stagionale di giochi per bambini), e poi c’è l’azienda Sosalt della famiglia D’Alì - Staiti che ha necessità di attraversare quel tratto di mare lungo 500 metri dall’acqua bassissima - si può attraversare anche a piedi - dalle saline presenti sulla più grande delle Isole dello Stagnone.
La Sosalt estrae il sale marino in un`area di 800 ettari e ammassa circa 100 mila tonnellate di prodotto l`anno, è una delle più importanti aziende nel settore in Sud Italia, ed è di proprietà della famiglia D'Alì. Anticamente il viaggio del sale avveniva tramite dei battelli a mo’ di zattera, gli schifazzi. Poi la Sosalt ha cominciato ad usare i camion. Mezzi vecchi, che a volte perdono olio, smarmittano qua e là. Ma è possibile che dei camion abbiano l’autorizzazione per attraversare un lido, in una zona di riserva, e percorrere un tratto di mare che dovrebbe essere tutelato da norme rigorosissime?


Oggi sappiamo che la risposta è: no. Tant’è che la Prefettura di Trapani ha imposto alla Provincia Regionale di Trapani, ente gestore della Riserva, di adeguarsi e di fare rispettare l’ambiente.
Ma il succo della causa tra De Vita - Nizza e la Sosalt è proprio questo: il passaggio dei camion dal lido.
Nel 2008 De Vita fu arrestato: estorsione. Chiedeva, con la moglie, soldi agli autisti dei camion che passavano di lì anche quaranta volte al giorno. Per la Procura di Marsala era estorsione, voleva il pizzo. Per De Vita no. Intervistato dalla nostra redazione, disse alcune frasi che sono poi state alla base della sua difesa “Io ho un lido, e subisco danni dal passaggio continuo dei camion. E’ normale che chieda dei soldi. Ma vi sembra possibile che uno chiede il pizzo e si fa pagare con l’assegno?”. Il pagamento sarebbe stato di 7000 euro in un anno e di 8000 euro nell’altro.
Il Tribunale ci ha dato ragione - commenta soddisfatto il legale della coppia - Giacomo Frazzitta - anche perchè nel corso del processo è emersa un’anomalia: la Sosalt non ha mai avuto un’autorizzazione completa a passare con i camion dal lido sino all’Isola Lunga. Noi ci aspettavamo che nel fascicolo dell’indagine ci fossero tutte le autorizzazioni della Sosalt. Abbiamo prodotto invece una serie di ordinanze che stabilivano orari e modi degli “attraversamenti”, che portavano la prescrizione che non si arrecasse danno ad altri, come invece avvenuto nel caso di Nizza e De Vita, che subivano un danno proprio dal passaggio dei camion… Queste  ordinanze  avrebbero dovuto esserci fin dall'inizio e  certamente avrebbero scongiurato l'arresto del De Vita".

Per la cronaca, per Nizza l’assoluzione è stata “perchè il fatto non sussiste”. Per De Vita, invece, il capo di imputazione da estorsione si è trasformato in “esercizio arbitrario delle proprie ragioni”, ed è stato assolto per remissione della querela, dato che gli stessi autisti dei camion hanno ritirato la denuncia.
Ma l’aspetto più clamoroso della vicenda è che l’autorizzazione della Sosalt per fare passare i camion - secondo le carte in possesso dei gestori del lido e del loro legale Frazzitta - si basa un “foglio” molto anomalo rilasciato dalla Provincia nel 2002. Non solo è sbagliato come numerazione, perchè riporta il N. 42510/12, anzichè 02, ma accanto ha la sigla “S.D.”, che significa “senza data”. Cliccando qui potete vedere una delle ordinanze che cita questo foglio "senza data".
In pratica, nel 2002, il Presidente della Provincia di Trapani, che allora era Giulia Adamo, diede un autorizzazione, un “nulla osta” senza data, per consentire alla Sosalt di fare passare i camion dentro la Riserva dello Stagnone. Il provvedimento porta la firma del dirigente del XII settore della Provincia Regionale di Trapani, Filippo Passalacqua. E’ sulla base di questo documento anomalo che, negli anni, l’Ufficio circondariale marittimo faceva passare i camion da lì. “E non avrebbe comunque potuto - aggiunge De Vita - perchè erano necessarie altre otto autorizzazioni”.
Nelle more del procedimento per estorsione dunque si è scoperto questo, e si è scoperto che da oltre mezzo secolo c’era all’Isola Lunga, per fare salire e scendere i camion della Sosalt, uno scivolo abusivo, sul quale ha indagato il sostituto procuratore di Marsala, Dino Petralia, e che è stato poi rimosso, a dicembre, come abbiamo raccontato nei giorni scorsi (cliccate qui per aprire il collegamento). 
Indagando sullo scivolo abusivo, la Procura di Marsala aveva anche notificato degli avvisi di garanzia, uno dei quali all’allora assessore - nel 2012 - all’ambiente, Giuseppe Carpinteri: “La Procura mi ha notificato un avviso di garanzia perchè sostiene che la Provincia, da ente gestore, ha l’obbligo di controllare gli abusi edilizi all’interno della Riserva, ed è vero. Ma io mi sono adoperato per fare rimuovere lo scivolo. E mi chiedo: quello scivolo è lì da decenni, come mai non è stato rimosso dalle precedenti amministrazioni?”.
Concedevano autorizzazioni su fogli senza data, verrebbe da rispondere. Adesso la Sosalt sta curando i lavori per il restauro del molo di Punta Tramontana, sempre sull’Isola Lunga. Lì arriveranno gli schifazzi vuoti, che poi partiranno verso la terraferma carichi di sale, evitando il ricorso ai camion che sconquassavano i fondali della Riserva e ammorbavano l’aria.

Ma la vicenda non finisce qui. Superato il processo per estorsione, un’altra prova giudiziaria attende la coppia Nizza - De Vita, e questa volta riguarda il lido, attualmente sotto sequestro. “Tutto nasce da una denuncia della Sosalt - racconta Nizza - che sosteneva che le nostre amache impedivano il passaggio dei camion per il sale, anche se, come abbiamo detto, il passaggio non era secondo noi autorizzato”. Da qui la denuncia per occupazione abusiva di demanio, il ritiro della concessione demaniale da parte dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente e il sequestro, con il processo che avrà la sua prima udienza 10 Marzo. A questa imputazione si aggiunge quella di violenza privata. “In base ad un’ordinanza della Provincia del 17 Dicembre 2010 - racconta l’avvocato Frazzitta - il passaggio dei camion dallo Stagnone veniva autorizzato eccezionalmente, e invece si è tramutato in qualcosa di ordinario, con un grave danno per l’attiività dei miei assisiti. Tra l’altro, per il passaggio dei camion, dopo l’ordinanza del 2010 della Provincia non ha fatto seguito alcuna ordinanza della Guardia Costiera”.
Da notare che, dopo il sequestro del lido abusivo , del 3 Agosto 2012, i due titolari hanno chiesto al giudice del riesame presso il Tribunale di Trapani ovviamente il dissequestro. Non lo hanno ottenuto. Però nell’ordinanza si legge: “Non si può fare a meno, però, di esprimere severe perplessità circa l’opportunità di concedere l’autorizzazione alla Sosalt di fare attraversare ai suoi camion una zona protetta, per come si ha modo di constatare dalle ritrazioni fotografiche prodotte dalla Difesa, in cui si apprezza la presenza di ruspe, di camion, di escavatore. Ancora, deve sottolinearsi l’inusitata sollecitudine nel dare esecuzione ai provvedimenti, circostanza lodevole se caratterizzasse da sempre l’opera dell’Autorità”.

Chissà come andrà a finire. Certo non hanno vita facile quei due, Nizza e De Vita. Il signor Giuseppe De Vita, oltre all’assoluzione dall’accusa di estorsione, ha da poco festeggiato un’altra assoluzione: quella per un furto di ciabatte. Due turiste spagnole, nel 2007, avevano lasciato le ciabatte al lido per attraversare a piedi il mare e andare all’Isola Lunga. Al ritorno non hanno trovato più le loro ciabatte. Racconta lui: “La tizia spagnola mi rubò il telefonino, allora, e io chiamai la polizia. Fui preso anche a calci e pugni. Morale della favola: finii sotto processo io per furto….per fortuna, dopo sei anni, sono stato assolto”. Un processo lungo sei anni, per un furto di ciabatte.
In quel paesaggio da cartolina, tra lo Stagnone, San Teodoro e l’Isola Lunga ne succedono delle belle. E chissà quante ancora ne vedremo….



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