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10/12/2013 07:29:00

Rifiuti e mazzette. Accusa di corruzione per Papania. Indagati i vertici di Aimeri e Ato

 La Procura antimafia di Palermo ha chiuso le indagini sul presunto giro di mazzette dietro la gestione dei rifiuti e della raccolta differenziata in provincia di Trapani ed in particolare ad Alcamo. Avvisi di garanzia sono stati notificati all'ex senatore Nino Papania, del Pd, alcamese, ai vertici dell'azienda marsalese Sicilfert, e al direttore dell'Ato Tp 1 "Terra dei Fenici" Alestra, nonchè ai vertici di Aimeri Ambiente, la ditta che svolge il servizio di raccolta rifiuti nel nostro territorio. L'accusa è nota: Papania e Alestra avrebbero chiuso un occhio rispetto alle inefficenze di Aimeri nello svolgimento del servizio di raccolta dei rifiuti, in cambio di assunzioni e regalini vari. In un rapporto dei carabinieri, ad esempio, spunta una "penna con diamantino", regalata da Orazio Colimberti, amministratore di Aimeri, a Papania, anche se il diretto interessato ha sempre negato tutto. I rifiuti anzichè essere differenziati, venivano conferiti all'azienda Sicilfert di Marsala, della quale www.marsala.it si è occupata quest'anno a proposito del fiume di percolato non trattato che viene versato in un laghetto vicino l'azienda.

Ora però la Procura antimafia tira le somme. Indagati sono in otto. La Dda ha chiesto al gip di inviare a Palazzo Madama, al Senato, a la richiesta di autorizzazione all'utilizzo delle intercettazioni delle telefonate tra l'ex parlamentare e i suoi coindagati. Si tratta di telefonate intercettate quando Papania era Senatore del Pd, due anni fa. 

Secondo il procuratore aggiunto Teresa Principato ed i pm Maurizio Agnello e Carlo Marzella, Papania, in cambio dei mancati controlli alle discariche, avrebbe ottenuto l'assunzione di otto persone presso la Aimeri Ambiente, la società che avrebbe dovuto gestire lo smaltimento della raccolta differenziata in diversi comuni della provincia di Trapani. Rifiuti che, invece. sarebbero tutti finiti nel centro di compostaggio gestito dalla Sicilfert a Marsala.

Oltre a Papania, nell'indagine sono coinvolti, a vario titolo Orazio Colimberti e Salvatore Reina, della Aimeri Ambiente, i titolari della Sicilfert di Marsala, Michele, Pietro e Caterina Foderà, e Gregorio Bongiorno e Salvatore Alestra della società Terra dei Fenici.

Secondo l'accusa, Colimberti si sarebbe rivolto a Papania per fare pressioni sui dirigenti dell'Ato ed evitare i controlli sul ciclo di smaltimento dei rifiuti.

I carabinieri, nel loro rapporto,  considererebbero Nino Papania come “deus ex machina” di un intreccio tra assunzioni e mancate penali per i disservizi nella raccolta rifiuti da parte della stessa “Aimeri”. Le indagini cercano di fare chiarezza su un presunto traffico illecito di rifiuti e corruzione in relazione al mancato pagamento di penali da parte della “Aimeri”. La società, infatti, è soggetta al pagamento di ammende nel caso di lamentele da parte dei sindaci per la presenza di sporcizia in città.
Lo stretto legame tra Pier Paolo Pizzimbone, il proprietario dell'Aimeri, deputato del Pdl e vicinissimo a Berluconi, e Nino Papania è confermato da un regalo che, per Natale, l’imprenditore ha fatto recapitare al senatore del Pd. Il patron di “Aimeri”, come confermano i Carabinieri, si premura di far avere a Papania “una penna con il diamantino” che, ringraziando, dice: “ah, bene, io sono uno che sa scrivere molto bene”.
A pagina 87 del rapporto steso dai Carabinieri che stanno indagando sugli intrecci tra politica, “monnezza” e mafia, si legge: “I disservizi della ditta Aimeri Ambiente nell’espletare l’appalto con l’Ato Tpl. L’intreccio tra assunzioni e mancate penali. Un senatore della Repubblica come deus ex machina”.
In poche parole, come si legge ancora sul rapporto dei Carabinieri: “I sindaci si lamentano del fatto che le strade sono sporche, ma le lamentele non vengono utilizzate come prova per la risoluzione dei contratti. Vengono utilizzate come strumento di richiesta per assunzioni e favoritismi contrattuali in favore del direttore dell’Ato e del senatore della Repubblica”.

Il direttore dell'Ato è Alestra. Secondo l'accusa, Salvatore Alestra avrebbe omesso di contestare delle penali per dei disservizi alla società che effettua la raccolta e lo smaltimento di rifiuti nel trapanese in cambio dell’assunzione di tre lavoratori. 'Ho puntualmente provveduto all’applicazione delle penali", dice il presidente dell'Ato rifiuti. "I provvedimenti sono stati regolarmente notificati sia all’azienda che ai singoli comuni". Alestra conferma le assunzioni dei tre lavoratori. "Non ho segnalato solo loro ma molti altri", dice. "In un periodo difficile come questo mi sembrava giusto dare ad ogni padre di famiglia la possibilità di trovare un’occupazione. Ogni curriculum che mi è stato presentato l’ho trasmesso all’Aimeri Ambiente ma da qui a dire che c’è stato uno scambio di favori ne corre'.